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Farnesina: da domani Conferenza ambasciatori, apre Mattarella, chiude Renzi

26 luglio 2015 | 14.28
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 Paolo Gentiloni - (INFOPHOTO)
Paolo Gentiloni - (INFOPHOTO)

Ambasciatori italiani in 'conclave' lunedì e martedì alla Farnesina: 134 capi missione si confronteranno per due giorni sul tema "Diplomazia per l'Italia", titolo della XI Conferenza degli ambasciatori convocata dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Ad aprire i lavori sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un intervento alle 9 di lunedì, mentre la chiusura è stata affidata al premier Matteo Renzi, il 28 alle 17.

"E' l'occasione per me, ma anche per il presidente della Repubblica ed il presidente del Consiglio di incontrare i capi della nostra rete all'estero - ha detto il titolare della Farnesina in un'intervista al Corriere della Sera - Questa non è un service, ma un network intelligente e protagonista. Non è vero che la globalizzazione e la facilità di comunicare nell'era digitale abbiano ridimensionato il ruolo delle rappresentanza diplomatiche. La realtà dice il contrario, a condizione di fare, come stiamo facendo, diplomazia economica, culturale, ed essere protagonisti sul piano della politica di sicurezza".

La Conferenza si articolerà su una serie di sessioni, durante le quali si traccerà il bilancio dell'azione di politica di estera dell'Italia, si discuterà delle azioni a sostegno del sistema Italia e si farà una riflessione sui vari scenari geopolitici che interessano il nostro Paese, con una particolare attenzione ai temi della sicurezza, dell'energia e della lotta al terrorismo.

Fondamentale sarà il tema delle risorse, come dimostrato dall'appello pubblicato su "La Stampa", alla vigilia della Conferenza, dall'ex ministro degli Esteri Emma Bonino, dal presidente della commissione Esteri del Senato Pierferdinando Casini, dall'ex vice ministro degli Esteri Marta Dassù e dal direttore di Limes Lucio Caracciolo, che hanno sottolineato la necessità di "rafforzare la nostra politica estera". Rafforzamento che deve passare attraverso un aumento delle risorse umane e finanziarie, sostengono i firmatari, osservando come oggi "il bilancio del ministero degli Esteri non superi la modestissima quota dello 0,22% di quello dello Stato".

Una percentuale che è di gran lunga la più bassa di quella a disposizione di tutti i principali partner europei e che, al netto delle risorse destinate alla cooperazione internazionale ed al Fondo europeo per lo sviluppo, per il 2015 non arriva neanche a 900 milioni di euro: per la precisione 892 milioni, a fronte dei 912 del 2014 e dei 950 dell'anno ancora precedente. Su questo, Gentiloni ha assicurato che "il governo è consapevole dell'importanza di investire in quelle che Hillary Clinton definisce le tre 'd': defense, diplomacy, development, difesa, diplomazia, cooperazione. Se ci si rende conto che la politica estera è diventata fondamentale per molte delle nostre condizioni interne su economia, sicurezza, immigrazione, cultura, ne consegue che l'indebolimento di questi strumenti è un grave rischio per il Paese, mentre il loro potenziamento e la loro qualità offrono grandi opportunità".

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