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Ucraina: via statue e simboli di epoca sovietica, ma è polemica

16 agosto 2015 | 14.46
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L'amministrazione della città di Kiev rimuove un memoriale sovietico dal centro della capitale ucraina (Foto Washington Post)
L'amministrazione della città di Kiev rimuove un memoriale sovietico dal centro della capitale ucraina (Foto Washington Post)

Per dichiarare una volta per tutte la propria indipendenza dall'epoca sovietica, l'Ucraina sta rimuovendo i simboli del comunismo, dalla statue ai nomi delle strade. Un'operazione che però non tutti sostengono, anzi, secondo i più critici non si tratta solo di riscrivere la storia del Paese, ma proprio la loro identità.

Cadono le statue di Lenin, le stelle rosse vengono rimosse dai mosaici nella metro di Kiev, strade con nomi di eroi sovietici vengono ribattezzate, tutto, come stabilito da una nuova legge, per 'ripulire' i retaggi del passato in vista del giorno dell'indipendenza dell'Ucraina il 24 agosto.

L'ultimo simbolo rimosso dalla capitale ucraina è stata una targa di granito nero dedicata a Oleksandr Anishenko, un combattente sovietico della seconda guerra mondiale, le cui gesta gli sono valse anche il nome di una piccola strada nel centro di Kiev, almeno fino alla scorsa settimana.

Mentre la targa è stata rimossa, la strada tornerà al suo nome originale, quello di un monaco del 19esimo secolo di una chiesa vicina, ed il memoriale finirà così in un deposito accanto a falci e martelli e altri simboli ed eroi del comunismo.

Ma anche gli addetti al lavoro di 'pulizia' sembrano avere sentimenti contrastanti su quanto stanno facendo. "I nostri nonni combattevano e noi distruggiamo", ha affermato il 58enne Pyotr Karpenko, dipendente di Kiev, che ha tolto la targa, davanti alla quale, ha raccontato, passava davanti ogni giorno per andare a lavorare. "Se necessario - ha detto - allora dobbiamo toglierle. Il loro tempo è arrivato. Era un ricordo. Era il passato".

Da parte loro, i sostenitori convinti di questa iniziativa credono che senza una completa pulizia l'Ucraina non sarà mai in grado di andare oltre il suo passato sovietico.

"Quei monumenti e quei simboli suscitano emozioni di un'epoca precedente. E 'impossibile andare avanti mentre si trovano lì", ha affermato Volodymyr Vyatrovych, lo storico alla guida dell'Ukrainian National Memory Institute, che ha presentato in Parlamento le leggi per togliere statue e simboli del comunismo e per rinominare le strade che hanno collegamenti all'epoca sovietica.

La nuova normativa ha anche aperto gli archivi dei servizi di sicurezza sovietici e cambiato la terminologia ucraina con quella Occidentale, cambiando la definizione "Grande guerra patriottica", come è conosciuta in Russia, in "Seconda guerra mondiale".

Un cambiamento di nome che ha un forte valore simbolico anche perchè si accompagna a un cambiamento di data ancora più significativo: come anno di inizio del conflitto viene ora indicato il 1939, quando la Germania ha invaso la Polonia, e non più il 1941, quando l'Unione sovietica è entrata in guerra.

Tuttavia, alcuni ritengono che non abbia molto senso concentrarsi sulle questioni storiche e sul simbolismo quando l'economia ucraina è debole e nell'est del Paese persiste un conflitto che, secondo le stime dell'Onu, ha provocato più di 6mila morti.

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