All'indomani degli attacchi dell'11 settembre 2001, l'amministrazione di George Bush valutò l'uso della bomba atomica come rappresaglia contro l'Afghanistan, dove trovavano rifugio Osama Bin Laden e lo stato maggiore di Al Qaeda. A rivelarlo è Michael Steiner, all'epoca consigliere politico del cancelliere tedesco Gerhard Schroder.
"Le carte erano pronte", dice Steiner al settimanale tedesco Der Spiegel. Gli americani, sotto choc per gli attacchi, "avevano veramente valutato tutte le possibilità".
L'ipotesi che la Casa Bianca reagisse in maniera spropositata, facendo ricorso all'arma atomica contro il regime talebano e Al Qaeda, racconta Steiner, era particolarmente temuta da Schroeder. Fu per questo, spiega, che il cancelliere si rifiutò di sottoscrivere una dichiarazione preparata dallo stesso Steiner nella quale la Germania, dopo gli attacchi dell'11/9, offriva un "sostegno incondizionato" agli Stati Uniti.
Le tensioni tra il cancelliere tedesco e George Bush si intensificarono nel 2003, quando la Germania si rifiutò di unirsi alla coalizione internazionale guidata dagli Usa nella campagna militare contro l'Iraq di Saddam Hussein.