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Toreri pronti allo sciopero: "Noi perseguitati". E temono Podemos

30 agosto 2015 | 11.58
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Il torero Sebastian Castella(Infophoto)
Il torero Sebastian Castella(Infophoto)

Stufi degli attacchi contro di loro, i toreri spagnoli sono decisi a manifestare per i loro diritti. "Scendiamo nelle strade e nelle piazze, appartengono anche a noi, non solo ai proibizionisti", afferma Sebastian Catella, un matador che ha recentemente inviato una lettera ai principali media spagnoli lamentando una persecuzione politica e ideologica contro la corrida, tradizione che a suo parere "non è di destra, né di sinistra".

A pensarla come lui sono moltissimi colleghi, tanto che si prepara una manifestazione per questo autunno, dopo la fine della stagione della corrida, in modo da far valere le proprie ragioni prima delle elezioni politiche di fine anno. Inizialmente si era ipotizzata la data del 12 ottobre, festa nazionale spagnola, ma l'idea è stata scartata perchè molti saranno impegnati con le corride. "La data non è stata ancora fissata, ma è praticamente sicuro che una manifestazione ci sarà", spiega una fonte del settore.

Il movimento contro la corrida è andato crescendo negli ultimi anni in Spagna, con risultati clamorosi come il divieto alle corride in vigore in Catalogna dal 2012. E, complice la crisi economica, le corride sono scese dalle 953 del 2007 alle 398 del 2014. Protetti dal governo conservatore di Mariano Rajoy, che ha ripristinato le corride in televisione e chiesto la tutela dell'Unesco per la tauromachia, i toreri si sentono però ora minacciati dall'avanzata di Podemos, dichiaratamente ostile alla tauromachia.

In molti municipi dove si sono installate in primavera amministrazioni vicine al movimento di Pablo Iglesias, le corride sono state cancellate dai programmi delle "fiestas" locali.

"Sono specialisti nell'aggravare i problemi", ha detto alla radio Manuel Diaz "el Cordobez", parlando di Podemos in un raro attacco politico per un torero. Diaz ha anche raccontato all'emittente di essersi scontrato direttamente con Iglesias, il quale gli ha detto di non amare le corride. "E io non amo gli chavisti", ha risposto il torero, alludendo alle presunte simpatie di Podemos per il regime di Caracas.

"Gli anti corrida ci sono sempre stati - afferma il banderillero Jesus Montez - ma ora dobbiamo soffrire molto di più. Vengono a provocarci". "Le manifestazioni anti corrida sono all'ordine del giorno. C'è tensione. Ci chiamano assassini. Ma noi facciamo cultura", ha proseguito, raccontando di essere stato recentemente insultato nell'albergo dove alloggiava prima di una corrida.

Alcuni toreri hanno scelto forme di protesta originali. Il matador Morante de la Puebla si è presentato ad una manifestazione a favore della presenza di bambini alle corride indossando una maschera da lince iberica, animale protetto perché a rischio d'estinzione. Questa agosto a Marbella una sua corrida era stata interrotta dall'irruzione di due attivisti nell'arena.

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