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Migranti, scontri in Ungheria: polizia usa gas e idranti contro profughi

16 settembre 2015 | 10.12
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Scontri in Ungheria (Afp) - AFP
Scontri in Ungheria (Afp) - AFP

La polizia ungherese ha fatto uso di gas lacrimogeni e idranti contro la folla di centinaia di migranti che cercava di sfondare la barriera di confine al valico di Rosze, sul confine con la Serbia , lanciando pietre e bastoni al grido di "aprite! aprite!". Budapest ha deciso successivamente di rafforzare il dispiegamento di polizia al confine, mentre un elicottero sorvolava la zona. I migranti, in maggior parte profughi siriani, sono bloccati al confine da quando la frontiera è stata chiusa.

Secondo quanto riferiscono i media serbi, l'ambasciatore magiaro a Belgrado ha comunicato al ministero degli Esteri serbo che l'Ungheria terrà chiuso per un mese il valico di Horgos-Roszke al confine con la Serbia. Il confine è stato chiuso due giorni fa per impedire il flusso di profughi, in maggioranza siriani, che giungono lungo la rotta balcanica.

Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijarto, ha intanto telefonato all'omologo serbo Iviva Dacic, chiedendo un "immediato" intervento al confine della polizia del governo di Belgrado. Questi ha risposto che la decisione spetta al ministro degli Interni.

La polizia ungherese ha annunciato oggi di aver arrestato 367 migranti che tentavano di entrare illegalmente nel paese: lunedì, prima che le nuove norme entrassero in vigore, 9.380 persone sono entrate in Ungheria.

All'indomani della chiusura delle frontiere ai migranti decisa dalle autorità ungheresi, un primo gruppo di rifugiati a bordo di un autobus proveniente dalla Serbia meridionale ha raggiunto il confine con la Croazia, nuova porta di ingresso nell'Unione Europea.

Il primo ministro croato Zoran Milanovic ha annunciato che la Croazia consentirà di attraversare il Paese ai rifugiati in arrivo dalla Serbia. "Possono passare e ci stiamo preparando per questa possibilità", ha affermato il premier. "Avremo in mente - ha spiegato - innanzitutto gli interessi e la sicurezza della Croazia, ma non dimenticheremo che siamo esseri umani, cristiani prima di tutto".

L'Ungheria costruirà un muro anche lungo alcune parti del confine con la Croazia, ha annunciato il primo ministro Viktor Orban in un'intervista al giornale austriaco Die Presse Wednesday. Ora che il confine con la Serbia è stato sigillato, ha aggiunto il premier ungherese, sono iniziati i lavori di preparazione per la costruzione di una barriera anche lungo il confine con la Romania. Secondo l'agenzia di stampa ungherese Mti, Orban ha riferito che i progetti per la costruzione sono pronti e di avere già avuto dei colloqui in merito con il ministro dell'Interno.

Malgrado la chiusura del confine con l'Ungheria un flusso costante di migliaia di profughi continua ad arrivare in Serbia dalla Macedonia. Il responsabile della Croce Rossa nel centro di assistenza di Presevo, Ahmet Halimi, ha riferito all'agenzia serba Beta che ieri sono arrivate 2mila persone mentre gli arrivi di questa mattina sono stati 500. "C'è un flusso costante di persone che arrivano e ripartono da Presevo, dopo aver ricevuto i documenti necessari", ha aggiunto.

Ogni profugo arrivato a Presevo, località serba al confine con la Macedonia, riceve aiuti forniti da l'Unhcr e privati cittadini, ha spiegato Halimi, chiedendo nuove donazioni di cibo e vestiario. Secondo i suoi dati sin dal 5 giugno sono state distribuite 90mila razioni di cibo. Una volta registrati al loro arrivo in Serbia, i profughi hanno tre giorni di tempo per chiedere asilo o lasciare il Paese.

Intanto proprio ieri l'Austria ha chiuso le frontiere meridionali e orientali di fronte al flusso di migranti.

La Grecia ha invece rafforzato la sorveglianza lungo il fiume Evros, alla frontiera con la Turchia, per impedire l'apertura di una nuova rotta per il flusso di migranti verso l'Europa settentrionale. Lo riferiscono i media ellenici.

Il commissario Ue agli Affari interni e all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, parlando al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Bruxelles ha sottolineato: "Proteggere le frontiere usando la violenza è incompatibile con i valori e i principi europei".

Il trattato di Schengen è "il risultato più importante e più tangibile dell'integrazione europea e dobbiamo proteggerlo. Dobbiamo proteggere la libertà di movimento all'interno della Ue e proteggere le nostre frontiere esterne", ha detto, condannando però l'uso della violenza.

L'uso dei gas lacrimogeni e degli idranti contro i migranti da parte della polizia ungherese è "inaccettabile", sottolinea il ministro della Difesa tedesco, Ursula Von Der Leyen, per la quale l'impiego di questi strumenti è "contrario alle regole dell'Europa".

Intervistata da Christiane Amanpour sulla Cnn, la Von Der Leyen afferma che anche in queste circostanze "è importante mantenere il rispetto della dignità umana" e "i profughi hanno il diritto di essere trattati con dignità". Si tratta, aggiunge, di "qualcosa di cui dovremo discutere molto in Europa".

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki moon, si è detto "scioccato" dal trattamento riservato ai migranti in Ungheria. "Sono rimasto scioccato dal vedere come sono stati trattati questi migranti e rifugiati", ha affermato afferma Ban. "Non è accettabile -ha proseguito- tutti i Paesi hanno i loro problemi interni, ma poiché si tratta di persone che stanno fuggendo da guerre e persecuzioni dobbiamo mostrare la nostra compassione e leadership".

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