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Usa: Trump, Assad è cattivo ma non dobbiamo più 'esportare' la democrazia

13 ottobre 2015 | 19.37
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Donald Trump (Infophoto)
Donald Trump (Infophoto)

Gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi nel risolvere i problemi domestici, invece che dedicarsi ad operazioni di "nation building" all'estero, spesso rivelatesi fallimentari. Donald Trump torna a parlare di politica estera e in un'intervista al Guardian ribadisce la sua contrarietà all'uso della forza militare per promuovere la democrazia in altri Paesi.

Il candidato alla nomination repubblicana punta il dito in particolare contro la politica dell'amministrazione Obama di sostegno ai ribelli anti Assad in Siria. Gli Stati Uniti, afferma, stanno "appoggiando della gente, senza conoscerla" e i gruppi di ribelli moderati in realtà "potrebbero essere dell'Is". Per Trump, "Assad è cattivo", ma "forse queste persone potrebbero essere peggio".

L'immobiliarista ed ex star del reality show televisivi, che ha più volte criticato l'invasione Usa dell'Iraq del 2003, ammette solamente due eccezioni alla sua idea di 'isolazionismo': la guerra in Kosovo degli anni '90 e l'odierno conflitto contro lo Stato Islamico. Nonostante la sua contrarietà agli interventi militari, per Trump "ci sono dei casi dove vedi che accadono delle atrocità che sono orribili... l'Is è una di queste".

"Gli Stati Uniti hanno un debito di 19 trilioni di dollari - dice Trump - dobbiamo mettere ordine in casa nostra. Non possiamo andare da qualunque paese del quale non siamo contenti e dire, lo ricreeremo". Di nuovo, Trump cita l'esempio dell'invasione in Iraq. "Non ha funzionato - dice - l'Iraq avrebbe dovuto diventare una democrazia, giusto? Non ha funzionato e nessuna di queste cose funzionerà".

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