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Terremoto tra Pakistan e Afghanistan, 425 i morti: si scava sotto le macerie

27 ottobre 2015 | 08.35
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

Continua ad aggravarsi il bilancio del violento terremoto di magnitudo 7.5 che nel primo pomeriggio di ieri ha colpito Afghanistan e Pakistan . I morti sono in tutto 425: 310 in Pakistan e in Afghanistan 115 vittime e 538 feriti. Nelle ultime ore i militari pakistani sono riusciti a raggiungere con gli elicotteri alcuni superstiti nelle zone remote del Paese colpite dal sisma, ma ci sarebbero ancora migliaia di persone intrappolate in villaggi isolati. Negli ospedali della provincia nordoccidentale di Khyber-Pakhtunkhwa i feriti sono più di duemila e solo in questa provincia, secondo le prime stime, sono state rase al suolo 2.500 abitazioni.

La maggior parte delle vittime si registra nella zona di Malakand, nel nord del Paese, a ridosso del confine con l'Afghanistan. I militari hanno distribuito cibo e medicine nel distretto di Chitral e alcuni feriti sono stati trasportati nella capitale Islamabad. Le province colpite sono quelle di Badakhshan, Takhar, Baghlan, Parwan, Nangarhar e Kunduz. In una nota la presidenza afghana precisa inoltre che sono 7.630 le case danneggiate, così come si registrano danni in almeno 12 scuole in nove province.

Il presidente afghano Ashraf Ghani in un discorso in televisione ha invitato le persone che vivono nelle zone colpite dal terremoto a partecipare alle operazioni di soccorso.

In un comunicato diffuso stamani sul web, i Talebani dell'Afghanistan hanno promesso che non ostacoleranno i soccorsi e, dopo l'escalation di attacchi delle ultime settimane, hanno "ordinato ai mujahiddin nelle zone colpite di offrire il loro aiuto alle vittime e di facilitare l'assistenza ai bisognosi". Secondo l'agenzia di stampa Dpa che cita fonti governative di Nuova Delhi, oltre alle vittime in Pakistan e Afghanistan ci sono anche almeno quattro persone morte in India nelle aree al confine con Cina e Pakistan. Con l'inverno alle porte, la disperazione delle vittime del sisma è ancora più grande. "Le case sono distrutte. Abbiamo i bambini e siamo senza un riparo - ha detto alla Dpa Zaman Khan, abitante del villaggio Chakdara - Qualcuno deve aiutarci".

L'Unicef lancia l'allarme per i bambini che si trovano nelle aree colpite dal terremoto in Afghanistan e Pakistan e che devono affrontare ulteriori pericoli potenzialmente mortali poiché le condizioni estreme e l'insicurezza "tagliano" le comunità fuori dagli aiuti. Dopo la scossa di ieri di magnitudo 7.5, si ritiene che la metà delle persone colpite siano bambini, come si legge in un comunicato dell'agenzia Onu in cui si sottolinea come forti piogge e neve si stiano abbattendo sulle aree remote e montane colpite dal sisma negli ultimi due giorni.

Le comunicazioni sono scarse, si legge, e l'accesso a queste aree è reso ancor più arduo dalle difficili condizioni del terreno e delle operazioni di sicurezza. "Siamo profondamente preoccupati per la sicurezza e il benessere dei bambini, che corrono già grandi rischi in ogni disastro e adesso rischiano di morire a causa di queste condizioni, anche per il brusco calo delle temperature", ha dichiarato Karin Hulshof, direttore regionale Unicef per l'Asia meridionale. "Molte delle aree colpite dal terremoto sono completamente inaccessibili, mentre buona parte del resto della regione coinvolta è difficile da raggiungere anche in circostanze normali", prosegue la nota in cui si conferma che Unicef Afghanistan e Pakistan stanno lavorando con i governi nazionali e sono pronti per distribuire aiuti salva vita a decine di migliaia di bambini colpiti e alle loro famiglie. Secondo l'Unicef, "i servizi igienico sanitari, la nutrizione e l'istruzione saranno posti ancora di più sotto pressione ed un maggior numero di bambini sarà a rischio".

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