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Storico accordo sulle 'donne conforto', il Giappone chiede scusa alla Corea del Sud

28 dicembre 2015 | 09.45
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Il ministro degli Esteri giapponese Fumio Kishida stringe la mano al suo omologo sudcoreano Yun Byung-Se (Afp) - AFP
Il ministro degli Esteri giapponese Fumio Kishida stringe la mano al suo omologo sudcoreano Yun Byung-Se (Afp) - AFP

Tokio e Seul hanno raggiunto uno storico accordo sulle "donne conforto", le sudcoreane costrette a lavorare come schiave sessuali nei bordelli militari giapponesi a partire dagli anni trenta fino al 1945, durante l'occupazione nipponica. L'intesa è stata trovata nel corso un'incontro a Seul fra il ministro giapponese degli Esteri Fumio Kishida e la sua controparte sudcoreana Yun Byung-se.

Oltre alle scuse del primo ministro Shinzo Abe, Tokio ha offerto un risarcimento di un miliardo di yen (8,3 milioni di dollari) che sarà versato in un fondo per le vittime. L'intesa è la prima sulla questione dalla ripresa dei rapporti diplomatici nel 1965 e chiude una vicenda che impediva la piena normalizzazione dei rapporti fra i due paesi asiatici alleati degli Stati Uniti.

"Molte donne hanno riportato profonde cicatrici nel loro onore e la loro dignità e il governo giapponese se ne sente profondamente responsabile" - ha detto Kishida in una conferenza stampa congiunta con Yun, riporta l'agenzia stampa sudcoreana Yonhap - "Il primo ministro giapponese Abe offre dal cuore le sue scuse e il suo pentimento per chi ha riportato cicatrici e dolore difficili da curare fisicamente e mentalmente".

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