La polizia brasiliana ha perquisito oggi la casa dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, nell'ambito dell'inchiesta per frode contro la compagnia petrolifera di stato Petrobras. L'ex presidente, riferiscono i media locali, è stato poi prelevato dalla polizia e interrogato. Dopo 3 ore, l'ex presidente è stato rilasciato. Nei suoi confronti non è stato quindi spiccato un mandato di arresto né è stato incriminato.
Un'azione, quella della polizia federale, che è stata condannata dal presidente del Brasile Dilma Rousseff. "E' necessario - ha detto - che le inchieste proseguano perché alla fine venga sanzionato chi deve essere sanzionato". Ma ha sottolineato che bisogna "sempre esigere il rispetto della legge e dei diritti di tutti gli indagati".
Dopo aver lasciato il commissariato di polizia presso l'aeroporto Congonhas, Lula si è diretto nella sede del suo partito, il Partito dei Lavoratori. L'ex presidente è stato sottoposto al provvedimento di accompagnamento coatto per essere interrogato sul sospetto che abbia ricevuto beni immobili nell'ambito dello schema di corruzione del caso Petrobras.
"Vi sono prove che Lula abbia ricevuto beni provenienti dallo schema Petrobras", si legge nel comunicato della procura che fa riferimento ad un appartamento e ad una casa rurale nella località di Atibaia. L'inchiesta riguarda anche "pagamenti fatti all'ex presidente dalle imprese sotto indagine" giustificati come supposte donazioni e compensi di conferenze. I possibili reati sui quali si indaga - e per i quali è stata disposta anche la perquisizione dell'abitazione di Lula - sono corruzione e riciclaggio di denaro.
Lula, che ha terminato il suo secondo mandato nel 2011, si è sempre detto innocente. Decine di politici e dirigenti sono stati arrestati o sono sotto inchiesta nell'ambito dell'operazione Car Wash con la quale gli inquirenti cercano di far luce sulle accuse di corruzione e riciclaggio nell'ambito dello scandalo Petrobras.
