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Migranti: vice min Esteri greco a Roma, Turchia ha bisogno dell'Europa

11 marzo 2016 | 11.21
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Un padre siriano  con i due figli a Idomeni, al confine fra Grecia e Macedonia (foto Afp)
Un padre siriano con i due figli a Idomeni, al confine fra Grecia e Macedonia (foto Afp)

Nessun "ricatto" da parte della Turchia sui migranti, Ankara "ha bisogno dell'Europa". In visita a Roma, il vice ministro degli Esteri greco per gli affari europei, Nikos Xydakis, mostra pragmatismo nel rapporto con gli storici avversari turchi. Le intese con Ankara, spiega, sono un'alternativa "sostenibile e pragmatica" ed è comunque con la Turchia che dobbiamo parlare perchè è il paese "che ha le chiavi" della porta della crisi. Forse il presidente turco Recep Tayyp Erdogan "ha bisogno in questo momento di alleati, come l'Europa" e noi "abbiamo bisogno di loro".

"Noi dobbiamo esaminare molto seriamente le proposte turche", ha continuato Xydakis, che ieri sera ha incontrato un gruppo di giornalisti, dopo aver avuto colloqui in giornata a Roma con Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per gli Affari Europei, e Filippo Bubbico, viceministro dell'Interno.

La crisi dei migranti, che ha portato oltre 850mila persone in Grecia nel 2015, ha in "quale modo" cambiato anche il rapporto con la Germania, paese che un tempo era identificato con il fronte dei falchi dell'austerità ma che oggi si schiera con Atene sui profughi. La cancelliera Angela Merkel "è una specie di Jacques Delors", nota Xydakis che invece stigmatizza duramente il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk che in un tweet la lodato la chiusura delle frontiere ai migranti irregolari lungo la rotta balcanica. "E' inaccettabile", dichiara, lui "non è il presidente degli Stati balcanici", dovrebbe difendere il rispetto dei principi europei, "chiudere le frontiere non è una soluzione".

dialogo con Pse è strada naturale da percorrere se credi nella democrazia

I migranti sceglieranno ora la rotta adriatica? "Non lo so", risponde Xydakis, che però si dice certo che persone in fuga dalla guerra e dallo Stato Islamico non possano essere fermate facilmente. Per questo, sottolinea, servono "soluzioni durevoli, realistiche e sostenibili per ridurre i flussi". Servono "rotte sicure" per contrastare il traffico di esseri umani. E all'interno dell'Europa ci deve essere "solidarietà" e "condivisione dei fardelli". Nessuno paese, neanche la Germania, "può affrontare da solo" questa crisi, nota il vice ministro, ben sapendo di cosa parla. Almeno 40mila profughi sono bloccati in Grecia dalla chiusura della rotta balcanica e 12mila di questi sono ammassati a Idomeni, a ridosso della frontiera ormai chiusa con la Macedonia.

Xydakis mostra infine pragmatismo anche nei rapporti fra il suo partito Syriza e il Pse, che raggruppa i partiti socialisti dell'Unione Europea. La crescita della xenofobia, spiega, "è la vera minaccia per l'Europa". E "il dialogo con i socialisti - aggiunge - è una strada naturale da percorrere se credi nella democrazia".

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