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Missione italiana in Libia, ipotesi intervento con Tornado, Amx e droni

31 marzo 2016 | 16.54
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(fonte Aeronautica Italiana)
(fonte Aeronautica Italiana)

La situazione, a Tripoli e dintorni, viene definita "tutt'altro che tranquilla" e "ancora molto confusa". Nonostante quindi l'arrivo di ieri del premier Serraj per guidare un governo riconosciuto dalle Nazioni Unite, gli scontri tra fazioni in atto nelle ultime ore fanno pensare "che per un intervento militare italiano sul suolo libico nel quadro di una coalizione internazionale i tempi non siano ancora maturi". In ogni caso, precisano all'AdnKronos fonti qualificate, non si tratterà, almeno in una prima fase, di una missione 'boots on the ground', ovvero con il coinvolgimento di truppe di terra.

Più probabile l'ipotesi di un impiego a breve termine di velivoli italiani nel quadro di missioni aeree multinazionali per il contrasto all'espansione dell'Isis in Nord Africa e per il consolidamento delle istituzioni libiche. Il Comando aereo dovrebbe essere di stanza a Trapani almeno per la prima parte delle operazioni, non esclusa successivamente anche una base in territorio libico. Le missioni aeree dovrebbero essere assicurate dai caccia Tornado o dagli Amx schierati nei mesi scorsi in Sicilia per compiti di sorveglianza dell'area. La ricognizione dall'alto potrebbe essere garantita anche dagli 'Uav' senza pilota Predator.

Nel caso in cui un governo riconosciuto dovesse poi richiedere l'intervento internazionale per la stabilizzazione della Libia, si potrebbe a quel punto ipotizzare l'invio di un contingente militare di terra. Le pianificazioni delle ultime settimane fanno pensare a un comando terrestre a livello di Divisione con una task force di forze speciali, assetti specialistici del Genio e delle Trasmissioni, per un totale di circa 4-5mila militari sotto il coordinamento del Coi, Comando Operativo di Vertice Interforze della Difesa.

Sul terreno dovrebbero operare un Comando mobile di proiezione all'estero e militari italiani tra paracadutisti della 'Folgore', fucilieri di Marina del 'San Marco', forze speciali come gli incursori del Comsubin e il nono reggimento d'assalto Col Moschin.

Una componente navale potrà eventualmente attingere dalle unità della Marina militare già impegnate in questi mesi nelle operazioni 'Eunavformed' e 'Mare Sicuro' nel Canale di Sicilia. Non escluso l'impiego della portaerei Cavour, l'ammiraglia della flotta italiana, con il ruolo di nave-bandiera.

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