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Omicidio Regeni, il caso della mail anonima: "Ecco chi ha ucciso Giulio"

06 aprile 2016 | 10.09
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(FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
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Khaled Shalaby. Sarebbe lui l'uomo dal quale è partito l'ordine di sequestrare Giulio Regeni. E' quanto sostiene un anonimo che, scrivendo al quotidiano 'La Repubblica' attraverso un account mail Yahoo, racconta la ricostruzione di quello che sarebbe accaduto al giovane ricercatore italiano tra il 25 gennaio e il 3 febbraio.

Scrivendo in inglese, italiano e arabo, l'anonimo - che dice di far parte della polizia segreta egiziana - rivela una storia che conduce agli apparati di sicurezza del Paese nordafricano, alla polizia di Giza, al ministero dell'Interno e alla Presidenza. "L'ordine di sequestrare Giulio Regeni - scrive l'uomo senza nome a 'Repubblica' - è stato impartito dal generale Khaled Shalabi, capo della Polizia criminale e del Dipartimento investigativo di Giza".

Secondo quanto riporta il quotidiano, "l'anonimo svela almeno tre dettagli delle torture inflitte a Giulio Regeni mai resi pubblici e conosciuti solo dagli inquirenti italiani, perché corroborati dall'autopsia effettuata sul cadavere di Giulio nell’Istituto di medicina legale di Roma". Le mail della fonte anonima - delle quali va verificata l'attendibilità - sono in possesso del pm Sergio Colaiocco e del legale della famiglia Regeni.

Investigatori: "Mail anonima senza rilevanza giudiziaria" - Con riferimento a quanto pubblicato da 'Repubblica', negli ambienti investigativi si sottolinea che "è un anonimo, uno dei tanti in casi mediatici come questo, ma come tutti gli anonimi non hanno rilevanza giudiziaria in base al codice di procedura penale. Oltretutto contiene una molteplicità di imprecisioni nella ricostruzione dei fatti, specie in riferimento agli esiti dell'esame autoptico".

Ministero degli Esteri egiziano - "E' difficile prevedere quali saranno i risultati dell'inchiesta" sull'omicidio del giovane ricercatore, in quanto "le indagini sono ancora in corso". Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmad Abu Zayd, che in un'intervista telefonica con il programma televisivo 'Il Cairo oggi', trasmessa ieri sera dal canale 'Al-Youm', ha esortato a non "saltare a conclusioni".

"E' necessario mantenere l'alto coordinamento tra le parti e la totale trasparenza per la quale l'Egitto ha molta attenzione", ha aggiunto il portavoce, sottolineando che per l'Italia quello di Regeni è un caso "difficile da digerire". "Speriamo - ha concluso - che la crisi venga superata e che le relazioni positive tra i due Paesi vadano avanti".

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