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Il più fiorente mercato nero delle armi? Su Facebook e social network

08 aprile 2016 | 13.32
LETTURA: 3 minuti

(Xinhua) - (Xinhua)
(Xinhua) - (Xinhua)

Facebook e gli altri social network sono diventati il principale 'mercato' in cui le milizie attive in Libia comprano le loro armi. E' quanto emerge da una ricerca dello 'Small Arms Survey' e dell''Armament Research Services' (Ares). Secondo lo studio, gli scambi avvengono su gruppi chiusi su Facebook e Whatsapp , ma anche su Instagram e Telegram.

In generale, l'acquisto di armi in Libia, da parte di gruppi o di individui, ha conosciuto un'impennata. In base alla ricerca, nell'ultimo anno sono state tracciate 1.346 compravendite illecite. Una grossa fetta di esse è avvenuta online e ha interessato non solo armi di piccolo taglio, ma anche mitragliatrici pesanti, lanciarazzi, lanciagranate, armi anticarro e sistemi 'leggeri' di difesa aerea (Manpads).

Gran parte dello shopping online di armamenti è fatto dalle milizie e da altri gruppi armati libici, che usano i social media anche per piazzare armi che, per vari motivi, non possono tenere o usare. In generale, secondo lo studio, tutto il mercato nero delle armi, oltre a quello online, è cresciuto in modo esponenziale in Libia dalla caduta del colonnello Muammar Gheddafi nel 2011.

La diffusione del web ha enormemente favorito il fenomeno, tanto che sia Facebook che Instagram hanno cercato di correre ai ripari, raddoppiando gli sforzi per tracciare e cancellare dalle loro piattaforme le comunicazioni per la compravendita di armi tra privati.

"Rimuoviamo questo tipo di contenuti - hanno spiegato da Facebook alla 'Cnn' - non appena ce ne accorgiamo e incoraggiamo gli utenti a usare il link per le segnalazioni, in modo da poter controllare i contenuti rapidamente". Lo studio delle due Ong fa presente infine che il fenomeno dell'acquisto online di armi, studiato nel dettaglio per il caso libico, riguarda in realtà molti altri Paesi in cui è in corso un conflitto o in cui è forte la presenza di gruppi armati come l'Iraq, lo Yemen o l'Egitto.

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