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Egitto

Caso Regeni, giornalista egiziana nella bufera: "Mie frasi estrapolate, non volevo offendere"

26 aprile 2016 | 08.40
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"Voglio dirvi una cosa, tutto questo interesse per il caso Regeni a livello internazionale come Usa e Gran Bretagna tutto ciò indica una sola cosa: siamo di fronte a un complotto. Come se Regeni fosse il primo caso di omicidio in tutto il mondo (...) Francamente all'inizio sentivo pietà nei suoi riguardi: un giovane ucciso, ma adesso basta! Che andasse al diavolo". Parole choc quelle usate da Rania Yassin, un'attrice e presentatrice della tv egiziana Al Ahdath al Youm che si è sfogata in diretta sul caso Regeni, sostenendo che l'Egitto si trova davanti a un complotto internazionale contro il regime del generale egiziano Al-Sisi.

Dopo aver dato la notizia che le autorità egiziane hanno aperto un'indagine a carico del capo dell'ufficio di corrispondenza dell'agenzia Reuters, a seguito delle rivelazioni di giovedì sul caso della scomparsa e uccisione di Giulio Regeni, la presentatrice ha usato parole forti definendo tutta la vicenda "molto irritante": "Quanti sono i casi di omicidio di egiziani e quanti sono i casi di rapimenti o sparizioni in diversi Paesi? - continua Yassin - Le bande mafiose fanno di tutto in tutto il mondo, in particolare in quei Paesi famosi per simili bande come Italia, Usa e altri paesi dell'America del Sud".

"Quanti ne sono accaduti di casi simili senza vedere tutto questo clamore? - conclude la giornalista - Come se fosse la prima volta. E' una cosa molto irritante, ogni giorno si parla dell'argomento. Cosa volete? Anche noi abbiamo un giovane egiziano sparito in Italia. Non dico che stiamo zitti, ma non abbiamo fatto tutto il casino che fate voi. Non rompete, siamo stufi di voi".

Alla valanga di critiche che le sono state rivolte Rania Yassin ha risposto: "Non volevo offendere il giovane italiano né il popolo italiano". Secondo la presentatrice, le sue parole sono state "estrapolate" da un discorso più ampio e date in pasto ai social media. "Con il mio discorso - ha spiegato al sito egiziano Dotmsr, che le ha chiesto un commento sulla vicenda - intendevo che sono arrabbiata per l'escalation della crisi tra Italia ed Egitto, ma non ce l'ho con Regeni come persona".

Affermando di aver ricevuto "insulti su Twitter contenuti in messaggi arrivati dall'Italia", la Yassin ha infine affermato di considerare "impossibile che gli apparati di sicurezza possano aver torturato e gettato sul ciglio di una strada un giovane".

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