Hillary Clinton è la candidata democratica alla Casa Bianca. Secondo un calcolo fatto dall'Ap, l'ex segretario di Stato ha i 2.383 delegati che servivano per ottenere la nomination. Nel dirsi "lusingata", la Clinton ha invitato via twitter gli elettori a recarsi comunque alle urne oggi nei sei Stati dove si tengono le primarie democratiche: California, New Jersey, Montana, South Dakota, North Dakota e New Mexico.
"Siamo sull'orlo di un momento storico", ha detto l'ex first lady - che diventa così la prima donna candidata alla Casa Bianca - sottolineando tuttavia quanto sia ancora forte la competizione da parte del collega di partito Bernie Sanders. Che, in effetti, attraverso il suo portavoce ha contestato il calcolo dell'Ap, definendolo "affrettato".
Ma lo sfidante democratico Bernie Sanders non ci sta, e contesta il calcolo: "Il segretario Clinton non ha e non avrà mai il numero necessario di delegati eletti per assicurarsi la nomination, continua a dipendere dai super delegati che non voteranno fino al 25 luglio e che fino ad allora potranno cambiare idea", ha detto il portavoce del senatore del Vermont.
"E' triste - ha poi aggiunto Michael Briggs - che i media, affrettando il giudizio, ignorino quanto detto chiaramente dal comitato nazionale, cioè che è sbagliato contare i voti dei super delegati prima che possano effettivamente votare alla convention".
Secondo i calcoli dell'Nbc, Sanders è molto indietro con 1520 delegati eletti e 46 super delegati. Ma questo non sembra scoraggiare la squadra del senatore: "il nostro lavoro da ora alla convention sarà convincere i super delegati del fatto che Bernie è un candidato molto più forte contro Donald Trump".
Parole che potrebbero configurare un possibile, pericoloso, scontro all'interno del partito, anche se da parte della Clinton si indica di aspettare i risultati delle ultime primarie che si tengono oggi in sei stati, compresa la California con il suo enorme bottino di 548 delegati, che verranno attribuiti con il proporzionale.
