Ancora sconvolti dal dramma di tre giorni fa, i fedeli della comunità cristiana e musulmana di Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia, si sono ritrovati davanti alla chiesa dell’attentato del 26 luglio rivendicato dall’Isis per condividere un momento di fratellanza in occasione della preghiera del venerdì.
Successivamente nella moschea Yahia, durante la funzione islamica ha eccezionalmente preso la parola il parroco Auguste Moanda. "Il nostro dolore è anche il vostro", ha affermato. "Siamo chiamati a costruire ponti, non muri. Noi credenti, dobbiamo dare l'esempio", ha aggiunto il parroco, assicurando i presenti che "ciò che vediamo, questo non è vero Islam. Dobbiamo stare insieme, dopo questo fatto dobbiamo riaffermare i nostri legami di amicizia e di fratellanza".
"Avete sbagliato civiltà, perché siete al di fuori della civiltà, avete sbagliato umanità perché non ne fate parte, e vi siete sbagliati nei nostri confronti e non ve lo perdoneremo”, ha tuonato l’imam Abdellatif Hmitou riferendosi agli assassini: “Signore, tienici lontani dalle sirene dell’odio, dell’assassinio, da tutte le sirene che lasciano credere che togliendo la vita a un innocente si possa lavare l’affronto che subiscono molti musulmani nel mondo”.
Nel suo sermone l'imam Abdellatif Hmitou ha denunciato con veemenza "la terribile mano delle tenebre", "la mano lontana che ha controllato a distanza" l'omicidio del sacerdote. "Avete sbagliato civiltà, perché siete al di fuori della civiltà, avete sbagliato umanità perché non ne fate parte, e vi siete sbagliati nei nostri confronti e non ve lo perdoneremo", ha aggiunto. I rappresentanti musulmani hanno quindi ribadito l'invito ai fedeli a recarsi in chiesa per la messa domenicale.