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Migranti, operatori umanitari accusati di voler convertire musulmani: scoppia il caso in Grecia

02 agosto 2016 | 12.25
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Il centro di accoglienza di Moria, a Lesbo (Xinhua)
Il centro di accoglienza di Moria, a Lesbo (Xinhua)

Alcuni operatori umanitari cristiani che lavorano nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Moria, a Lesbo, avrebbero cercato di convertire i migranti musulmani che sono trattenuti nel campo nell'ambito dell'accordo Ue-Turchia. E' quanto denuncia 'The Guardian', che mostra una copia dei moduli di conversione distribuiti, in almeno due occasioni negli ultimi mesi, all'interno di copie di versioni in arabo del Vangelo di San Giovanni.

I moduli invitano i richiedenti asilo a firmare una dichiarazione che recita: "Lo so che sono un peccatore, chiedo a Gesù di perdonare i miei peccati e concedermi la vita eterna. Il mio desiderio è quello di amare e obbedire alla sua parola". Un intervento trovato "insensibile" dai richiedenti asilo musulmani che hanno ricevuto il libretto. "Rispettiamo tutte le religioni, ma se sei un cristiano, e io ti dessi un Corano, come ti sentiresti?", ha chiesto un rifugiato siriano.

Secondo quanto hanno sostenuto i migranti, i moduli sono stati distribuiti da almeno due rappresentanti di Euro Relief, un ente di beneficenza greca, che è diventato il più grande gruppo di aiuto attivo a Moria, dopo che altre organizzazioni umanitarie hanno lasciato in segno di protesta contro l'accordo Ue-Turchia. Il campo è supervisionato dal ministero della Migrazione greca, ma i gruppi di aiuto si occupano della gestione quotidiana.

Interpellata sull'accaduto, Euro Relief ha detto che disapprova la distribuzione di materiali di conversione, ma ha aggiunto di non poter escludere la possibilità che singoli operatori umanitari abbiano distribuito i libretti. "Ho già preso provvedimenti. I nostri volontari sanno molto bene che non devono distribuire qualsiasi tipo di letteratura. Il nostro codice di condotta dice chiaramente che questo è qualcosa che semplicemente non si può fare e se qualcuno lo ha fatto prenderemo provvedimenti disciplinari", ha detto Stefanos Samiotakis, direttore di Euro Relief.

Dal canto suo il ministero della Migrazione greca non ha voluto rilasciare alcun commento. La situazione del campo profughi di Lesbo è l'ultima conseguenza della chiusura del corridoio umanitario tra la Grecia e la Germania, e la successiva attuazione dell'accordo tra Ue-Turchia.

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