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Trump: "Con me presidente stop aperture a regime Castro"

17 settembre 2016 | 09.21
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Donald Trump  (Foto Afp) - AFP
Donald Trump (Foto Afp) - AFP

Donald Trump promette che, una volta arrivato alla Casa Bianca, farà completamente marcia indietro nella politica di apertura a Cuba avviata da Barack Obama e annullerà tutte le concessioni fatte al regime di Castro. "Sarò al fianco del popolo cubano nella lotta contro l'oppressione comunista", ha affermato il candidato repubblicano nel comizio della notte scorsa a Miami, con un messaggio rivolto allo zoccolo duro della comunità di esuli anti-castristi della Florida.

"Tutte le concessioni che Barack Obama ha garantito al regime di Castro è stato fatto con decreti esecutivi, questo significa che il prossimo presidente potrà annullarle - ha affermato Trump - ed è quello che farò a meno che il regime castrista non accolga le nostre richieste, non le mie richieste, ma le nostre richieste".

In realtà, nei mesi scorsi di campagna elettorale Trump aveva in gran parte appoggiato la politica di normalizzazione delle relazioni con Cuba avviata da Obama con la storica svolta del dicembre 2014. E lo scorso marzo aveva addirittura detto che avrebbe valutato un investimento nell'isola caraibica per aprire una catena di hotel, ricorda il sito di "The Hill".

"Clinton disarmi sue guardie del corpo, vediamo che succede" - "Vuole buttare via tutte le armi ma lei è circondata da guardie del corpo armate fino ai denti". Trump ha lanciato la sua ennesima provocazione contro 'Crooked Hillary' (Hillary la corrotta) affermando che la candidata democratica, da lui accusata di voler distruggere il Secondo Emendamento, eliminando completamente il diritto a possedere armi, dovrebbe non avere più la scorta armata del Secret Service. "Credo che le sue guardie del corpo dovrebbero deporre tutte le armi, disarmarsi immediatamente, che ne dite? Sì? Sì.... togliamogli le armi e vediamo cose le succede", ha detto, durante un comizio a Miami la notte scorsa, il candidato repubblicano con un tono che a molti è suonato di velata minaccia nei confronti dell'avversaria. Tanto che il manager della campagna di Clinton, Robby Mook, ha subito accusato Trump di tornare ancora una volta ad "istigare alla violenza" durante i suoi comizi. Non è la prima volta infatti che Trump si appella con questi toni inquietanti al "popolo del Secondo Emendamento" che, secondo quanto detto in un comizio ad agosto, dovrebbe impedire la nomina di giudici anti-armi nelle corti federali. Di fronte a critiche e condanne, la campagna di Trump aveva negato che nell'affermazione del candidato si potesse leggere un'istigazione alla violenza.

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