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Libia, italiani rapiti da al-Qaeda. Sindaco di Ghat: "Non terroristi, ma criminali"

22 settembre 2016 | 17.24
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Il sequestro di tre tecnici stranieri, di cui due italiani, nella città di Ghat, nella Libia sudoccidentale, "reca le impronte dell'organizzazione di al-Qaeda". E' quanto ha dichiarato il portavoce delle forze del generale libico Khalifa Haftar, Ahmad al-Mismari. In alcune dichiarazioni alla stampa rilanciate dal portale di notizie libico 'Al Wasat', Mismari ha spiegato che l'operazione "è stata condotta da una banda criminale, anche se il sequestro reca le impronte dell'organizzazione di al-Qaeda".

I tre tecnici, un canadese e gli italiani Bruno Cacace e Danilo Calonego, sono stati rapiti lunedì mattina da uomini armati ignoti e da allora non si hanno più notizie. A tutt'oggi il rapimento non è stato rivendicato.

Dal canto suo, il sindaco di Ghat, Komani Muhammad Saleh, ha ribadito ad Aki-Adnkronos International che dietro il rapimento "non ci sarebbe al-Qaeda, ma un gruppo fuorilegge". "Non neghiamo che al-Qaeda sia attiva nella regione di Ghat e nei suoi dintorni e siamo al corrente della sua presenza, ma affermiamo con certezza che non è al-Qaeda ad aver rapito i due italiani", spiega il sindaco. "Abbiamo forti sospetti su un gruppo fuorilegge attivo al di fuori della città e con cui non siamo ancora entrati in contatto", sottolinea Saleh, che però non esclude che "questo gruppo potrebbe consegnare gli ostaggi ad al-Qaeda, ma non ce lo auguriamo".

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