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Siria, massacro ad Aleppo: almeno 180 morti dalla fine della tregua, molti bambini

24 settembre 2016 | 07.40
LETTURA: 2 minuti

(Afp)
(Afp)

Sono almeno 180 le persone rimaste uccise nelle zone orientali di Aleppo in mano ai ribelli da quando, lunedì scorso, è finita la tregua concordata tra Stati Uniti e Russia. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, mentre secondo gli Elmetti Bianchi attivi in città da lunedì sono almeno 323 i civili uccisi e 1.334 quelli feriti nelle zone controllate dai ribelli.

L'Osservatorio evidenzia come stiano continuando i raid aerei da parte dei caccia russi e siriani dopo che giovedì Damasco ha annunciato l'avvio di un'offensiva mirata a prendere il pieno controllo della città. Aleppo è divisa dal 2012 tra il controllo del regime siriano a ovest e quello dei ribelli a est. Tra le vittime si contano anche 26 bambini, precisano gli attivisti.

''Non abbiamo abbastanza medici per curare un così alto numero di feriti'', ha detto Ibrahim al-Hajj un volontario di Elmetti Bianchi, l'organizzazione impegnata a soccorrere i civili nelle zone controllate dai ribelli. Sono più di 200, ha spiegato, i feriti negli ospedali da campo mentre si cerca di estrarre dalle macerie le persone rimaste intrappolate nelle case bombardate.

Intanto manca l'acqua corrente per circa due milioni di persone dopo che sono stati colpiti gli impianti idrici, ha denunciato l'Unicef. L'Onu stima che siano circa 250mila le persone che vivono nelle zone orientali di Aleppo controllate dai ribelli e assediate dal regime di Damasco, spaventate dall'idea di lasciare le proprie case in una situazione di estrema insicurezza.

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