I partiti nazionalisti hanno fatto il pieno di voti alle elezioni locali che si sono svolte ieri in Bosnia-Erzegovina, nelle due regioni semi autonome della Republika Srpska e della Federazione Bosniaco croata. E' quanto indicano i risultati preliminari. L'affluenza alle urne è stata di poco superiore alla metà, il 53,8 per cento, dei 3,2 milioni di aventi diritto (il 50,61 per cento nella federazione, il 59,49 nella Republika Srpska, mentre nel distretto di Brcko ha votato il 49,15 degli aventi diritto).
Nella Republika Srpska, i separatisti filorussi dell'Alleanza dei social democratici indipendenti guidati dal presidente Milorad Dodik sono in vantaggio sul rivale dell'Alleanza per il cambiamento. Dodik si è proclamato vincitore delle elezioni già ieri sera, assicurando che al suo partito sono andati 11 comuni in più che alle precedenti. "La Republika Sprska ha vinto due volte in una settimana", ha dichiarato Dodik, riferendosi al referendum che si è svolto la scorsa settimana per fissare la festa nazionale il 9 gennaio, contestata dalla Corte costituzionale di Sarajevo perché considerata discriminatoria nei confronti delle altre etnie della Bosnia.
A Srebrenica, il serbo Mladen Grujicic ha detto di aver battuto il suo oppositore bosniaco, il sindaco uscente Camil Durakovic, una dimostrazione "dei cambiamenti voluti dalla gente", ha detto. Se confermata la sua vittoria, Grujicic sarebbe il primo leader serbo della città dal 1999. Nella città meridionale di Stolac, un candidato bosniaco ha denunciato una frode ed è stato aggredito da un osservatore elettorale di etnia croata, ha denunciato il responsabile della commissione elettorale Ahmet Santic.
Diverse persone sono rimaste ferite in modo non grave nella rissa e il voto nella città è stato cancellato. Nella 'Federazione' (l'entità croato bosniaca) il partito principale bosniaco dell'Azione democratica (Sda) si è dichiarato vincitore in otto delle nove circoscrizioni di Sarajevo.
