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Espulsa dal Pakistan la 'Monna Lisa' afghana, tornerà in patria

04 novembre 2016 | 13.37
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Sharbat Gula, conosciuta come la 'ragazza afghana' dopo essere apparsa su una copertina del 1985 del 'National Geographic', lascia il tribunale  di Peshawar (AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)
Sharbat Gula, conosciuta come la 'ragazza afghana' dopo essere apparsa su una copertina del 1985 del 'National Geographic', lascia il tribunale di Peshawar (AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)

Sharbat dovrà lasciare il Pakistan . Si conclude così la vicenda della 'ragazza afghana' dagli occhi verdi e tormentati immortalata dalla star dei fotografi contemporanei Steve McCurry nel 1985 in uno scatto che da una copertina di National Geographic ha fatto negli anni il giro del mondo. Sharbat era stata arrestata la scorsa settimana a Peshawar, dove vive da anni come altri 2,5 milioni di rifugiati afghani, con l'accusa di aver falsificato un documento d'identità elettronico rilasciato dalle autorità pakistane.

Sharbat, la 'Monna Lisa' afghana, ha l'epatite C: nei giorni scorsi si è vista rifiutare il rilascio su cauzione ma le è stato concesso il trasferimento in un ospedale di Peshawar. E oggi è stata condannata a 15 giorni di detenzione e al pagamento di una multa di 110mila rupie (circa 860 euro).

Una foto pubblicata da Steve McCurry (@stevemccurryofficial) in data:

Sharbat, "ha già scontato 11 giorni di detenzione" e verrà "rilasciata lunedì", ha detto al giornale 'The Express Tribune' l'avvocato Mohsin Dawar. Alla donna è stato imposto di lasciare il Pakistan entro lunedì stesso, si legge sul quotidiano. Per i giudici pakistani, durante il suo "soggiorno illegale" nel territorio dello Stato pakistano, Sharbat "ha per due volte abusato della sua posizione per ottenere un documento d'identità elettronico".

"Per Sharbat si sono conclusi i problemi legali che ha dovuto affrontare nelle ultime due settimane. E presto finirà anche la sua incerta vita da rifugiata poiché lunedì inizierà la via per il ritorno nel suo Paese dove resta un'icona", ha affermato l'ambasciatore afghano in Pakistan, Omar Zakhilwal.

La storia di Sharbat, vedova e madre, è la stessa di migliaia di afghani che sin dal 1979, dall'invasione sovietica, hanno abbandonato la patria e che in Pakistan hanno spesso una libertà molto limitata. Lo scorso anno, dopo la strage del dicembre 2014 alla scuola di Peshawar, il governo di Islamabad ha iniziato a premere per il rimpatrio dei rifugiati afghani che vivono per lo più nel nordovest del Paese. Il Pakistan minaccia di fatto di espellere entro marzo un milione di persone.

Una foto pubblicata da Steve McCurry (@stevemccurryofficial) in data:

Sharbat, come ha scritto sul suo profilo Instagram Steve McCurry, "rappresenta ancora tutte le donne e gli uomini coraggiosi che sfidano ogni dolore e difficoltà per proteggere quanto hanno di più prezioso: i loro figli".

"Sharbat Gula - ha aggiunto McCurry - è stata per anni il simbolo dei rifugiati. Ora è diventata il volto dei migranti rifiutati".

Una foto pubblicata da Steve McCurry (@stevemccurryofficial) in data:

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