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Un presidente in tribunale, 75 cause civili in corso contro Trump

10 novembre 2016 | 15.08
LETTURA: 4 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Donald Trump arriva alla Casa Bianca anche con una valigia piena di cause giudiziarie. Dalla famosa causa per truffa contro le sue università, a cause per diffamazione presentate da vittime dei suoi attacchi Twitter, nelle prossime settimane il presidente eletto ha in agenda diverse udienze per quelle che, secondo una stima fatta nei mesi scorsi da Usa Today, sono 75 cause civili in corso contro di lui.

E, considerato che l'immunità presidenziale non è retroattiva, molte di queste con ogni probabilità andranno avanti anche dopo il suo insediamento il 20 gennaio, cosa che, sottolinea The Daily Beast, è senza precedenti. "Le cause non si fermano perché qualcuno diventa presidente degli Stati Uniti", spiega Michael Gerhardt, costituzionalista della North Carolina School of Law di Chapel Hill.

E, ironia della sorte, a permettere che tutte questa cause rimangano in vita anche quando Trump si sarà trasferito alla Casa Bianca è il pronunciamento con cui la Corte Suprema all'unanimità decise nel 1997 che poteva andare avanti la causa di molestie sessuali contro Bill Clinton intentata da Paula Jones.

Tra le cause in corso le più note, e pericolose per Trump, sono quelle intentate la Trump University accusata di frode da studenti che sostengono che il tycoon, al'epoca presentatore di The Apprentice, avrebbe venduto loro promesse false riguardo ad un programma di studio che li avrebbe trasformati in uomini e donne d'affari di successo.

In California vi sono due diverse class action federali, una partita nel 2010 e una del 2013, affidate al giudice Gonzalo Curiel, che Trump la scorsa estate ha accusato di non essere imparziale perché "messicano" (in realtà Curiel è nato in Indiana) e quindi arrabbiato con lui perché "stiamo costruendo un muro tra qui e il Messico". In meno di tre settimane, quindi prima dell'insediamento, inizierà il processo per la class action del 2010, Low v. Trump University.

Anche a New York è in corso dal 2013 una causa contro la Trump University, con gli studenti che chiedono un risarcimento collettivo di 40 milioni di dollari. Lo scorso marzo un giudice ha rinviato a giudizio il caso, ma Trump si è appellato contro la decisione e il 5 dicembre è attesa un'udienza, con l'attorney general di New York, Eric Schneiderman, che allora disse che intende fare di tutto perché "Donald Trump risponda per questa truffa spudorata in un'aula di tribunale".

Tra le altre cause, molte non andranno da nessuna parte, ma alcune invece sono più legittime: come la causa presentata da membri di un golf club di Trump a Jupiter, Florida, che chiedono 2,4 milioni di risarcimento per non avere avuto i servizi per i quali avevano pagato. Ed una dipendente dello stesso club ha fatto causa il mese scorso per essere stata licenziata dopo aver denunciato molestie sessuali da parte di un collega.

Ci sono poi cause collegate alla campagna elettorale: come quella di presentata da Efrain Galicia, che ha fatto causa a Trump dopo essere stato assalito da una sua guardia del corpo mentre protestava contro il candidato repubblicano di fronte alla Trump Tower. Forse quella politicamente più pericolosa è quella presentata, sempre a New York, dalla consulente repubblicana Cheryl Jacobus che ha chiesto un risarcimento di 4 milioni di dollari perché Trump le ha "distrutto la carriera" definendola "una stupida" su Twitter.

Ma le cause che probabilmente non vedremo sono quelle che Trump ha promesso di intentare contro le donne che si sono fatte avanti nelle ultime settimane accusandolo di molestie sessuali. Almeno se darà ascolto alle minacce già avanzate dalla nota avvocato femminista Gloria Allred e la figlia Lisa Bloom che si dicono pronte, in caso di denunce per diffamazione, a chiedere "la deposizione di Trump, la messa agli atti di documenti personali e del suo business e di tutte le registrazioni in cui si vanta delle sue aggressioni sessuali". Insomma, un bell'imbarazzo per President Trump.

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