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Usa, Rudy Giuliani in pole per poltrona segretario di Stato

15 novembre 2016 | 10.43
LETTURA: 3 minuti

Rudy Giuliani mentre parla durante la campagna presidenziale di Donald Trump (Afp) - AFP
Rudy Giuliani mentre parla durante la campagna presidenziale di Donald Trump (Afp) - AFP

Rudy Giuliani è in pole position per la poltrona di segretario di Stato dell'amministrazione Trump. Lo riportano diverse testate americane, tra le quali il 'New York Times', che cita fonti informate sulle conversazioni in corso negli uffici al 26esimo piano della Trump Tower dove il presidente eletto è stato rintanato tutto il giorno mentre fuori infuriavano le polemiche per la nomina di Steve Bannon, fondatore del sito di estrema destra Breitbart, come capo consigliere della Casa Bianca.

Accanto al nome dell'ex sindaco dal pugno di ferro di New York, che è diventato il simbolo della resistenza americana al terrorismo ai tempi dell'11 settembre, resiste comunque una piccola rosa di altri nomi candidati a diventare gli emissari del presidente Trump in un turbolento scenario internazionale.

Il 'Times' cita John Bolton, il falco neocon che considera le Nazioni Unite inutili e che George Bush fece ambasciatore all'Onu, tra gli altri possibili candidati. Una sua nomina però viene considerata improbabile, salvo improvvisi cambi di direzione del neocon, perché Bolton ha una posizione molto critica nei confronti della Russia e recentemente ha scritto un articolo perorando la causa dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato.

Jeff Sessions, senatore dell'Alabama che si è distinto per le sue posizioni anti-immigrati, viene dato verso la poltrona di Attorney general, un incarico per il quale si era fatto il nome di Giuliani. Ma, secondo il 'Wall Street Journal', l'ex sindaco avrebbe detto di non essere interessato ad andare alla Giustizia.

Se Sessions sarà veramente nominato ministro, la minoranza democratica molto probabilmente darà battaglia durante le audizioni di conferma, ricordando che nel 1986 gli fu negata la nomina a giudice federale dopo che alcuni funzionari affermarono sotto giuramento che il repubblicano aveva fatto commenti razzisti verso gli afroamericani.

Per la casella di ambasciatore Usa all'Onu sta circolando poi il nome di Richard Grenell, che è stato portavoce di Bolton quando era lui a rappresentare Washington al Palazzo di Vetro.

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