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Usa, Trump e la squadra di governo da 35 miliardi di dollari

25 novembre 2016 | 11.37
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(Afp)
(Afp)

Ha vinto le elezioni strappando ai democratici il voto della classe operaia bianca, ma il magnate Donald Trump sta mettendo insieme una squadra di governo di miliardari che, tutti insieme, valgono una cifra che si aggira sui 35 miliardi di dollari. Tanto da mettere in dubbio la loro capacità di sentire la frustrazione ed affrontare i problemi delle tante famiglie americane, reddito medio 55mila dollari, che hanno votato per Trump perché hanno creduto alla promessa che il suo governo avrebbe messo non gli interessi di Wall Street ma "degli americani al primo posto".

E' Politico a fare i conti in tasca ai segretari finora scelti o considerati in pole position per essere nominati dal presidente eletto che, come è noto, non ha mai pubblicato le sue dichiarazioni dei redditi, e da solo ha un patrimonio di oltre 10 miliardi di dollari.

Tra i segretari già nominati, Betsy DeVos, l'ardente sostenitrice della scuola privata che da ministro dell'Istruzione potrà, a detta dei suoi critici, impoverire ulteriormente il sistema scolastico pubblico americano, ha un patrimonio di famiglia che si aggira intorno a 5,1 miliardi di dollari. E sta creando già polemiche il fatto che un think tank da lei finanziato abbia pubblicato recentemente un articolo in favore del lavoro minorile.

Gran parte dei nomi del governo Trump hanno quindi legami con la grande industria e con quella Wall Street da lui così tante volte attaccata nei comizi. Harold Hamm, petroliere con un impero di 15,3 miliardi di dollari, viene considerato uno dei principali candidati all'incarico di segretario dell'Energia, con una scelta che darebbe l'ennesimo segnale del tipo di politica energetica Trump intende fare.

Al Commercio, invece, è già stato nominato Wilbur Ross, investitore che ha accumulato la sua fortuna, 2,9 miliardi di dollari, acquistando industrie in fallimento e ricavandone profitti, attività che gli ha conquistato i soprannomi di "re della bancarotta" e 'avvoltoio'. Arriviamo al magnate degli hedge fund, Steve Mnuchin, che vale almeno 46 milioni di dollari, ed è il candidato principale al Tesoro.

Ex banchiere di Goldman Sachs, come del resto anche Steve Bannon, il controverso fondatore di Breitbart diventato il consigliere capo della Casa Bianca, un Mnuchin al Tesoro viene considerato come una sorta di regalo di Natale in anticipo a Wall Street, scriveva nei giorni scorsi Politico.

Poi c'è Mitt Romney, che con la sua attività di private equity investitor ha un patrimonio di 250 milioni, e che sarebbe in lizza per l'incarico di segretario di Stato, nonostante la sua nota animosità nei confronti di Trump durante la campagna. Anche Rudy Giuliani lasciata la politica ha guadagnato decine di milioni di dollari con la sua società di consulenze legale e di lobby.

In questo gruppo composto a stragrande maggioranza di uomini - tranne la Devos e Niki Haley, prossimo ambasciatore all'Onu che è anche di origine indiana - l'unico afroamericano, Ben Carson, ha un patrimonio di 26 milioni di dollari. Il neurochirurgo e già avversario di Trump alle primarie, dopo essere stato bocciato per l'Istruzione, forse per le sue posizione apertamente creazioniste, ora è candidato al dipartimento per la Casa e lo sviluppo urbano.

"Queste nomine costituiscono un tradimento del suo messaggio verso la classe dei lavoratori - ha affermato Neera Tanden, presidente del Center for American Progress, e che avrebbe fatto parte di un'amministrazione Clinton in caso di vittoria - Trump ha affermato che avrebbe combattuto la classe dell'elite dei miliardari invece gli sta consegnando le chiavi del governo, agenzia dopo agenzia".

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