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Nucleare, Teheran contro gli Usa: "Proroga sanzioni è violazione accordo"

02 dicembre 2016 | 09.00
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(Fotogramma)
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La decisione del Senato degli Stati Uniti di prorogare di altri dieci anni le sanzioni sull'Iran rappresenta una violazione dell'accordo raggiunto tra le parti sul programma nucleare di Teheran. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri iraniano in un comunicato rilanciato dalla tv di Stato di Teheran.

La legge approvata all'unanimità dal Senato americano, già sostenuta il 15 novembre scorso alla Camera dei rappresentanti con una maggioranza schiacciante di 419 voti favorevoli contro un solo contrario, offre a Washington la possibilità di imporre restrizioni nei campi della difesa, bancario ed energetico.

A proposito della proroga delle sanzioni sull'Iran decisa dalla Camera Usa, martedì il leader supremo iraniano Ali Khamenei aveva contestato al presidente Hassan Rohani di aver adottato una politica eccessivamente aperta rispetto alla questione del nucleare. ''L'Occidente non rispetta questo accordo, mentre alcuni funzionari iraniani sono corsi a firmarlo'', ha detto. Khamenei ha detto che ''nonostante i negoziati sulla revocazione delle sanzioni, il Congresso americano ha scelto di estenderle con il pretesto che si tratta solo della continuazione di un bando precedente e non dell'imposizione di uno nuovo''.

''Non ci sono differenze tra l'imposizione di un nuovo divieto o la continuazione di uno precedente. La seconda è una negazione esplicita di quello che è stato precedentemente concordato con gli americani'', ha aggiunto Khamenei. Secondo il leader supremo, la decisione della Camera dei rappresentanti di Washington di estendere di altri dieci anni le sanzioni contro Teheran è una violazione dell'accordo sul nucleare.

TRUMP - Secondo il Financial Times, che cita fonti del Congresso, il transition team di Donald Trump starebbe esaminando una serie di proposte per imporre nuove sanzioni all'Iran. Il quotidiano finanziario riferisce che esponenti della squadra del presidente eletto hanno iniziato a testare il polso dei parlamentari repubblicani al Congresso sulla possibilità che possano essere approvate delle sanzioni che non siano tecnicamente in contrasto con l'accordo nucleare del 2015. Le misure potrebbero concentrarsi sul programma si missili balistici di Teheran e sugli abusi dei diritti umani in Iran.

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