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Siria, Assad: "Fine guerra solo con stop supporto esterno a terroristi"

29 dicembre 2016 | 16.47
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(Xinhua)
(Xinhua)

"Non si può ancora dire che la guerra sia finita fino a che non si eliminano i terroristi in Siria. I terroristi purtroppo godono ancora di supporto esterno da parte di altri Paesi. Tra questi la Turchia, il Qatar, l'Arabia Saudita, e anche molti paesi Occidentali. E' qualcosa che non è cambiato e fa sì che la guerra continui. Ma la sconfitta dei terroristi ad Aleppo è un passo importante verso la fine della guerra. Se non ci fosse il supporto esterno ai terroristi non sarebbe per niente difficile debellarli del tutto in Siria, e a quel punto potremmo parlare di fine della guerra". Lo ha detto Bashar al-Assad in un'intervista all’inviato di News Mediaset Leonardo Panetta.

Dopo la presa di buona parte di Aleppo e nel giorno in cui viene firmato il cessate il fuoco con i ribelli, accompagnato dall'impegno ad avviare in tempi brevi i negoziati di pace, il presidente siriano affronta il tragico capitolo delle vittime civili e dell’Is, arroccato nella parte nord-orientale del Paese.

"Più ancora degli edifici e delle infrastrutture che sono andati perduti, ci sono famiglie che hanno perso i loro cari, figli, fratelli, sorelle, madri. E' una sofferenza, è un dolore che porteranno con sé per tutta la vita. Alla fine l'unico modo per risolvere il problema in Siria credo possa essere che tutti possano perdonarsi a vicenda”, sostiene Assad, che definisce l’Is come “uno dei prodotti dell’estremizzazione”.

“Possiamo parlare di Is, di Al-Nusra o di altre organizzazioni con la stessa mentalità ed ideologia oscurantista. Il primo problema di tutte queste organizzazioni - sottolinea Assad - è l’ideologia wahabita. Se non ci si confronta con questa ideologia in Europa, qui in Siria e nel resto del mondo, non si possono affrontare l’estremismo e il suo prodotto che è il terrorismo", afferma Assad.

"Se non ti confronti con l’ideologia stai affrontando solo parzialmente il problema. In questo momento - secondo Assad - c’è un altro aspetto fondamentale del problema, che è il supporto occidentale ai terroristi. Magari non all'Is in quanto tale ma ad altre diverse etichette, come ad esempio 'moderati', 'elmetti bianchi'… Danno nomi che sembrano quelli di associazioni umanitarie per avere una copertura e raggiungere i loro obbiettivi politici. La priorità dei governi europei non è la lotta al terrorismo, ma usare queste 'carte' per cambiare governi e eliminare presidenti non graditi".

"Con queste politiche - prosegue il leader siriano - non si vince contro il terrorismo nel mondo, e questo spiega perché non sia cambiato niente in Europa, dove i terroristi colpiscono ancora liberamente perché le autorità occidentali non hanno un metodo serio nell’aggredire questo problema".

Assad mostra infine un cauto ottimismo sulla nomina di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti: "Non conosciamo quali politiche adotterà nei confronti della nostra regione. E’ importante capire - osserva - come si relazionerà con le varie lobbies americane che si oppongono a qualsiasi soluzione in Siria, o a buone relazioni con la Russia. Ma si può dire che parte del nostro ottimismo è legato a migliori relazioni tra Stati Uniti e Russia".

"Se i rapporti tra queste due potenze migliorassero davvero, molti Paesi piccoli, inclusa la Siria, ne beneficerebbero e si potrebbe intravedere una soluzione per la Siria - conclude Assad - Allo stesso tempo Trump ha detto, durante la campagna elettorale, che la sua priorità è la lotta contro il terrorismo e noi crediamo che questo sia l’inizio della risoluzione del problema”.

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