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Usa espelle 35 diplomatici russi, Putin: "Noi non allontaniamo nessuno"

30 dicembre 2016 | 08.40
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

E' gelo tra Usa e Russia dopo le sanzioni decise dal presidente americano Barack Obama per le interferenze e gli attacchi hacker durante le elezioni presidenziali americane che hanno decretato la vittoria di Donald Trump. Il presidente americano uscente nei giorni scorsi ha infatti disposto l'espulsione di 35 diplomatici del Cremlino, definiti 'agenti dell'intelligence' di Mosca. In totale, compresi i familiari dei diplomatici, a lasciare gli Stati Uniti saranno 96 persone. "Il 29 dicembre, l'amministrazione americana ha annunciato che oltre 30 diplomatici russi dovranno lasciare il paese. Le loro famiglie dovranno lasciare il paese con loro. Il totale delle persone coinvolte è di 96, tra cui bambini in età prescolare e scolare", ha comunicato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Dopo il provvedimento a stelle e strisce, dal Cremlino è arrivata la replica di Vladimir Putin. "Non vogliamo creare nessun problema ai diplomatici americani. Non espelleremo nessuno", ha detto il presidente russo in una dichiarazione, postata sul sito web del Cremlino. Putin ha inoltre smentito l'adozione di misure proporzionali a quelle prese dagli Usa.

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La Russia- ha precisato Putin - si "riserva il diritto" di rispondere agli Stati Uniti varando delle misure, ma senza "scendere al livello della cosiddetta 'diplomazia da cucina', irresponsabile, per cui - ha detto il presidente russo - faremo tutti i successivi passi necessari a ripristinare i rapporti russo-americani partendo dalla politica che sarà condotta dall'amministrazione del presidente-eletto Donald Trump".

Putin è poi tornato a criticare le decisioni di Obama: "Riteniamo come ostili i nuovi passi dell'amministrazione uscente americana nonché mirati a minare ulteriormente i rapporti fra Mosca e Washington". "Tutto ciò - ha sottolinea Putin - contraddice gli interessi principali del popolo russo e americano". E "secondo la prassi, la parte russa ha tutte le ragioni per una risposta adeguata". "Tenendo conto delle speciali responsabilità della Russia e degli Usa per garantire la sicurezza globale, ciò - ha concluso - provoca danni all'intero sistema dei rapporti internazionali".

Il presidente russo, quindi, auspica che Russia e Stati Uniti siano in grado di far ripartire la loro cooperazione sotto l'amministrazione del presidente eletto Trump. In una dichiarazione diffusa dall'ufficio stampa del Cremlino, si rende noto che Putin ha esteso gli auguri per il Natale e il Capodanno a Trump, "esprimendo la speranza che dopo che Trump avrà assunto il suo incarico come presidente americano, i due paesi agendo in modo costruttivo e pragmatico siano in grado di compiere veri passi per ripristinare il meccanismo della cooperazione bilaterale in vari settori e portare l'interazione sulla scena internazionale ad un nuovo livello qualitativo".

"Le gravi sfide globali e regionali che i nostri paesi si sono trovati a gestire negli ultimi anni confermano che le relazioni Usa-Russia rimangono un fattore importante per garantire stabilità e sicurezza nel mondo contemporaneo", si legge nel messaggio inviato da Putin a Trump citato dalla Tass.

In precedenza il ministro degli Esteri Sergei Lavrov nel corso di un discorso televisivo ha proposto a Putin "di dichiarare 'persona non grata' 31 diplomatici dell'Ambasciata Usa a Mosca e quattro del Consolato Generale a San Pietroburgo". "Non possiamo lasciare queste azioni senza una risposta. La reciprocità - ha affermato Lavrov - è la legge della diplomazia e delle relazioni internazionali". La proposta, come dimostrano le parole di Putin, non è stata accolta.

Poco prima dell'annuncio di Lavrov, era arrivato anche il duro commento del primo ministro russo, Dmitri Medvedev, secondo il quale la presidenza democratica si sta concludendo "con un'agonia anti-russa".

"È triste che l'amministrazione Obama, che aveva iniziato il suo lavoro con il ripristino della cooperazione, termini con un'agonia anti-russa. RIP" (Rest in Peace), ha scritto il premier sulla sua pagina Facebook.

Sempre in mattinata, promettendo di rispondere a ciascun "atto ostile", era arrivata anche la notizia della chiusura della scuola angloamericana di Mosca, frequentata dai figli del personale delle ambasciate Usa, britannica e canadese, ma anche da ragazzi di altre nazionalità.

Ma la portavoce del ministero degli Esteri russo ha smentito la news riportata dalla Cnn e in seguito da altri media statunitensi. "È una menzogna. Evidentemente la Casa Bianca è impazzita completamente e ha iniziato a inventare sanzioni contro i propri bambini", ha scritto su Facebook, definendo l'amministrazione Obama "un gruppo di falliti in politica estera".

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