I leader delle fazioni ribelli che il 29 dicembre hanno siglato ad Ankara l'accordo di tregua con il regime di Damasco "hanno deciso nella notte di sospendere la tregua a causa della critica situazione a Wadi Barada e dei continui attacchi" cui si assiste nei villaggi della regione. E' quanto ha dichiarato al sito di notizie vicino all'opposizione 'Shaam' un esponente dell'Esercito siriano libero (Esl), Abu Wael.
"Le fazioni hanno comunicato alla parte turca che i russi non hanno rispettato le clausole dell'accordo", ha aggiunto Abu Wael, comandante del battaglione dei 'Martiri dell'Islam', una delle fazioni dell'Esl, sottolineando allo stesso tempo che "al momento non sono in corso preparativi per partecipare ai negoziati di Astana in Kazakhstan", che si dovrebbero tenere il 22 gennaio, come annunciato giorni fa dal ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.
L'annuncio di Abu Wael trova riscontro in una serie di dichiarazioni pubblicate su Twitter nelle ultime ore dai leader delle fazioni che hanno firmato la tregua del 29 dicembre e che minacciano di rispondere alle violazioni dell'accordo da parte del regime e dei suoi alleati.
Queste si registrerebbero soprattutto nella regione di Wadi Barada, nel Rif nordoccidentale di Damasco, dove si assiste da giorni a un'escalation di attacchi da parte governativa, mentre trapelano notizie secondo cui la Russia, garante dell'accordo assieme alla Turchia, starebbe partecipando alle operazioni militari.
Tuttavia, al momento non è stato diffuso alcun comunicato ufficiale da parte delle fazioni, le cui dichiarazioni sul web "mostrano solo un orientamento generale a porre fine alla tregua, ma senza annunci espliciti", spiega 'Shaam'.
Per il regime, Wadi Barada è controllata dal gruppo qaedista Fateh al-Sham, l'ex Fronte al-Nusra, che Mosca e Damasco hanno escluso, al pari dello Stato islamico, dal cessate il fuoco entrato in vigore in tutto il Paese a fine dicembre.
