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"Insieme contro Trump", donne in marcia a Washington e nel mondo

21 gennaio 2017 | 20.27
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Hillary Clinton dà il suo sostegno alla marcia delle donne a Washington, contro il razzismo, la xenofobia e la misoginia. "Grazie perché parlate e marciate per i nostri valori, è importante come non mai. Credo realmente che insieme siamo sempre più forti", ha twittato la candidata sconfitta alle elezioni da Donald Trump, contro le cui dichiarazioni sessiste è stata organizzata la manifestazione di oggi.

Migliaia di donne a Washington, gli organizzatori parlano di 500mila partecipanti con l'intervento di decine di attivisti per i diritti civili e personalità dello spettacolo, prima dell'inizio di quella marcia vera e propria, solo una delle 600 'marce sorelle', organizzate nel resto del Paese, da Chicago, dove si sono ritrovati in 150mila, Los Angeles, Seattle, Denver, New York e Miami, e in tutto il mondo, tra cui molte città europee per promuovere l'uguaglianza delle donne e difendere altri gruppi marginalizzati, una iniziativa innescata dall'elezione di Donald Trump che non si è sottratto in passato a commenti sessisti.

Donne, ma anche uomini. Anche l'ex segretario di stato John Kerry si è presentato, con il cane al guinzaglio, al raduno. La sua partecipazione ha raccolto un grande successo e le immagini di Kerry, non più in completo blu, ma in pantaloni di velluto e sneaker ai piedi, è stata una delle più pubblicate sui social che hanno seguito l'evento.

"Crediamo che i diritti delle donne siano diritti umani e che i diritti umani siano diritti delle donne. Dobbiamo creare una società in cui le donne, incluse le donne nere, le indigene, le donne indigenti, le donne immigrate, le donne disabili, le donne musulmane, le donne lesbiche, queer e tran, siano libere e in grado di accudire e nutrire le loro famiglie, in qualunque modo siano formate, in ambienti sicuri e sani libere da impedimenti strutturali", si legge nel manifesto della marcia.

La prima a intervenire a Washington è stata quindi Cecile Richards, presidente della federazione americana delle organizzazioni Planned Parenthood. In seguito Ilyasah Shabazz, figlia di Malcom X, Maryum Ali, la figlia di Muhammad Ali, Rgea Suh, presidente del Natural Resources Defence Council, Sophie Cruz, una attivista per i diritti dei migranti, la storica attivista e ora professore emerita all'Università della California a Santa Cruz Angela Davis, la scrittrice femminista Gloria Steinem, l'attore Ashley Judd e l'attrice Scarlett Johansson, la direttrice di Elle Melissa Harris-Perry, il regista e attivista Michael Moore.

Sul palco a sorpresa è salita anche Madonna. La cantante ha parlato di una "rivoluzione dell'amore" e ha eseguito due diversi brani.

E poi Sybrina Fulton, la madre di Trayvon Martin, il ragazzo nero ucciso dalla polizia nel febbraio del 2012, caso che ha innescato le prime proteste massicce del movimento che sarebbe diventato "Black Lives Matter", ma anche Maria Hamilton, Gwen Carr e Lucia McBath rispettivamente mamme di Dontre Hamilton, Eric CGarner e Jordan Davis, altre tre vittime della polizia, la sindaca di Washington, Muriel Bowser.

Ma l'elenco degli artisti che hanno sottoscritto il manifesto della Marcia delle donne è lunghissimo e include Cher, Julianne Moore, Lena Dunham, Angelique Kidjo e Robert De Niro.

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