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Québec, nazione nella nazione: un 'pezzo' di Francia in Canada

30 gennaio 2017 | 10.53
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Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau (a destra), assieme a Philippe Couillard, premier del Québec
Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau (a destra), assieme a Philippe Couillard, premier del Québec

Un assalto armato nella moschea nel Centro culturale islamico di Québec city , ha provocato almeno sei morti tra i fedeli. Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha parlato di "attentato terrorista contro i musulmani", esprimendo a nome di tutti i canadesi le "condoglianze alla famiglia e agli amici delle vittime". Da parte sua anche Philippe Couillard, premier del Québec, ha sottolineato su Twitter che si è trattato "di violenza barbara", esprimendo "tutta la nostra solidarietà va alle famiglie delle vittime e dei feriti".

Il Québec ha infatti un proprio premier, in quanto nel 2006, come si legge sull''Atlante Geopolitico Treccani', la Camera dei comuni "ha approvato una mozione simbolica che riconosce gli abitanti del Québec come una 'nazione all’interno del Canada'". Si tratta infatti della provincia più grande per estensione territoriale e la seconda per popolazione dopo l'Ontario (con il 24% di tutti gli abitanti della Confederazione canadese).

"La provincia del Québec - riporta la 'Treccani' - è stata colonia francese per circa due secoli, fino al 1763, anno in cui venne conquistata e colonizzata dall'Impero britannico. Nonostante ciò, ancora oggi il Quebec rappresenta una particolarità all'interno del Canada, essendo la sola provincia in cui l'unica lingua ufficialmente riconosciuta è il francese e la cultura francofona è ancora molto radicata. Per questo motivo è ancora in corso un dibattito interno sulla natura della provincia".

Nel 1980, si legge sull''Atlante Geopolitico', "un referendum popolare indetto nel Québec per promuovere la separazione dal Canada è stato rigettato con una maggioranza del 59,6% dei voti; nel 1995 è stato riproposto, registrando il medesimo risultato ma con una maggioranza più esigua: 50,6% contro 49,4%".

"Nel 2000, invece, ha acquisito forza di legge il Clarity Act. Questo, secondo quanto stabilito dalla Camera dei comuni, sancisce che il governo federale negozierebbe una secessione del Québec solo se la domanda posta nel referendum fosse chiara e se si registrasse una maggioranza significativa dei sì. Il 50% più uno dei voti non sarebbe, dunque, sufficiente per l’approvazione del referendum".

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