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Stop immigrati, jihadisti celebrano ordine di Trump: "Prova della guerra contro l'Islam"

30 gennaio 2017 | 11.50
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

I gruppi jihadisti 'festeggiano' in rete l'ordine esecutivo firmato dal presidente Usa Donald Trump, con cui viene vietato per 90 giorni l'ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana (Siria, Iran, Iraq, Sudan, Somalia, Libia e Yemen). La decisione di Trump rappresenterebbe per i jihadisti la conferma che gli Usa sono in guerra con l'Islam. Alcuni internauti prevedono che il nuovo inquilino della Casa Bianca lanci presto un'altra guerra in Medio Oriente.

Il leader dell'Is Abu Bakr "al-Baghdadi ha tutto il diritto di farsi sentire e far sapere a Trump che il divieto di ingresso in America per i musulmani è un 'divieto benedetto'", afferma un post su Telegram. Diversi messaggi suggeriscono che Trump stia realizzando le previsioni di Anwar al-Awlaki, il leader di al-Qaeda ucciso in un raid di un drone Usa in Yemen nel 2011, secondo il quale "l'Occidente si sarebbe prima o poi rivoltato contro i suoi cittadini musulmani".

La decisione di Trump ha suscitato non poche preoccupazioni tra funzionari ed ex funzionari Usa anche per le ripercussioni sulla battaglia contro l'estremismo. Per il senatore repubblicano John McCain, presidente della Commissione Forze Armate del Senato, c'è il rischio di conseguenze per le forze che combattono al fianco degli americani contro l'Is in Iraq e Siria. "Probabilmente in alcune zone l'effetto sarà quello di fare ancora più propaganda all'Is", ha detto McCain al programma Face the Nation della Cbs.

Per Robert Richer, veterano della Cia ed ex capo della divisione Medio Oriente dell'Agenzia, quello di Trump è stato un "errore strategico" che potrebbe compromettere gli sforzi futuri per reclutare informatori e raccogliere notizie importanti sui terroristi e i loro piani.

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