Anche un ex primo ministro norvegese è finito nelle maglie dell'immigrazione Usa dopo il 'travel ban' emesso dal presidente Donald Trump. Vittima delle nuove procedure è stato Kjell Magne Bondevik, premier dal 1997 al 2000 e poi dal 2001 al 2005, trattenuto e interrogato per un'ora all'aeroporto internazionale Dulles di Washington, a causa di una sua visita in Iran risalente a tre anni fa. L'Iran, insieme ad altri sei Paesi a maggioranza musulmana, figura nella lista delle nazioni dalle quali è stato temporaneamente proibito l'ingresso di immigrati e rifugiati.
Bondevik si era recato martedì negli Stati Uniti per partecipare ad uno degli eventi in programma per il National Prayer Breakfast. "Naturalmente comprendo pienamente il timore che i terroristi possano entrare in questo Paese. Ma vedere che ho un passaporto diplomatico e che sono un ex primo ministro sarebbe dovuto bastare per capire che non rappresento una minaccia", ha detto Bondevik all'emittente Abc7 commentando l'incidente.
L'ex premier ha raccontato di essere stato trattenuto per 40 minuti in una stanza con altri viaggiatori provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa e di essere poi stato interrogato per 20 minuti sulla natura del suo viaggio in Iran, dove si era recato per partecipare ad una conferenza sui diritti umani. "Sono rimasto sorpreso e sono stato provocato", ha detto. "Che ne sarà della reputazione degli Stati Uniti se questo accadrà anche and altri leader internazionali?", si è domandato l'ex premier norvegese.
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