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Fake news

"Basta bufale su di me": il profugo siriano fa causa a Facebook

07 febbraio 2017 | 09.56
LETTURA: 3 minuti

(Afp)
(Afp)

Terrorista implicato negli attentati di Bruxelles e in quello di Berlino. Oppure autore di un agguato incendiario in un rifugio per senzatetto. Anas Modamani, giovane profugo siriano regolarmente residente a Berlino, non è mai stato nulla di tutto questo e non ha nulla a che fare con gli ultimi sanguinosi eventi che hanno scosso il cuore dell'Europa.

Eppure un selfie scattato nel 2015 in un centro di accoglienza con la cancelliera tedesca Angela Merkel lo perseguita da quasi due anni, esponendolo a insulti e minacce feroci.

Quello scatto, infatti, da allora è stato utilizzato in una serie impressionante di bufale web anti-immigrati volte a screditare la politica dell'accoglienza inaugurata dalla Merkel proprio nel 2015, anno in cui la Germania aprì le porte centinaia di migliaia di rifugiati provenienti dai Paesi in guerra, come appunto la Siria.

Anas però ha detto basta. Il giovane non vuole più essere associato a notizie false che lo descrivono come il protagonista di fatti sanguinosi e per questo ha deciso di fare causa a Facebook, chiedendo al social network di rimuovere la sua fotografia e di impedire che questa venga ancora utilizzata per diffondere 'fake news'.

La prima udienza del processo - destinata a creare un precedente - si è celebrata ieri a Wuerzburg in Germania. I giudici hanno iniziato a esaminare la sua proposta di ingiunzione contro la filiale europea del gigante del web fondato da Mark Zuckerberg.

Dal canto suo Facebook ha recentemente annunciato una serie di misure per contrastare il fenomeno delle 'fake news'. Con News Feed - si legge sul blog associato al social network - Facebook proverà ad arginare la diffusione delle bufale inserendo "nuovi indicatori per identificare e classificare meglio i contenuti autentici" e introducendo "un nuovo metodo per classificare in tempo reale i post che potrebbero risultare interessanti".

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