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Contatti Russia-Trump, Fbi indaga: "Mosca preferiva lui"

20 marzo 2017 | 16.08
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Il direttore dell'Fbi James Comey ha confermato l'esistenza di un'indagine dell'Fbi sui presunti legami tra la campagna di Donald Trump e la Russia nel corso delle elezioni presidenziali 2016. "Seguiremo i fatti ovunque ci porteranno", ha detto Comey davanti alla Commissione Intelligence della Camera dei Rappresentanti, assicurando la massima imparzialità dell'inchiesta nella stessa audizione in cui è stato ascoltato anche il numero uno dell'Nsa, Mike Rogers. Nelle elezioni del 2016, ha evidenziato Comey, la Russia aveva una "preferenza positiva" per il candidato repubblicano rispetto alla sua rivale Hillary Clinton.

Il presidente russo Vladimir Putin preferisce gli "uomini d'affari" perché "è più facile trattare con loro e sono più aperti al negoziato", ha detto il direttode dell'Fbi, citando come esempi i nomi dell'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder e dell'ex premier italiano Silvio Berlusconi.

Comey ha pronunciato una lunga sequenza di "no comment" o di "non posso rispondere" in aula. Di fronte alle domande più incalzanti dei membri democratici della Commissione, Comey, come ha egli stesso spiegato, è stato costretto a rispondere in maniera vaga o a non fornire alcuna risposta per non compromettere la segretezza e l'integrità dell'inchiesta che l'Fbi ha aperto sul cosiddetto Russiagate. Una delle 'non risposte' più significative, Comey l'ha fornita quando ha evitato di confermare o smentire se lo stesso Trump sia oggetto dell'indagine.

Comey e Rogers, inoltre, hanno dichiarato che gli hacker russi non hanno alterato i risultati elettorali negli 'swing states', gli stati chiave per la vittoria elettorale di Trump nel novembre del 2016. Alla domanda del repubblicano Devin Nunes, presidente della commissione, sia Comey che Rogers hanno risposto che non ci sono prove di interferenze russe nel conteggio dei voti in Michigan, Pennsylvania, Wisconsin, Florida, North Carolina e Ohio.

Secondo Comey, poi, non c'è "alcuna informazione" a sostegno della accuse di intercettazioni ai suoi danni lanciate dal presidente nei confronti del suo predecessore Barack Obama. Rogers, invece, ha definito ridicole le accuse di Trump al controspionaggio britannico Gchq, 'reo' secondo l'inquilino della Casa Bianca di avere intercettato le sue comunicazioni per conto di Obama. Il servizio britannico definì appunto "senza senso" e "estremamente ridicole" le accuse di Trump. Una collaborazione di questo tipo tra la Nsa e il Gchq, ha detto Rogers rispondendo alle domande dei membri della Commissione Intelligence della Camera dei Rappresentanti, sarebbe "contro la legge".

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