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Migranti, Ue: "Se l'Austria non ricolloca ci saranno conseguenze"

28 marzo 2017 | 13.56
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Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Nessun Paese" dell'Unione europea, "naturalmente, può decidere di ritirarsi unilateralmente dalle decisioni del Consiglio; può decidere di agire al di fuori della legge, cosa che troveremmo profondamente spiacevole e non priva di conseguenze". Così la portavoce della Commissione europea per le politiche migratorie Natasha Bertaud commenta, a Bruxelles durante il briefing con la stampa, la querelle scoppiata in Austria sui ricollocamenti di rifugiati da Italia e Grecia, decisi dal Consiglio.

"Da quello che capiamo - continua la Bertaud - c'è un dibattito in Austria in cui la Commissione non è coinvolta. Nel frattempo la nostra posizione sugli obblighi degli Stati membri di rispettare i loro impegni sui ricollocamenti è chiara: la politica europea sulle migrazioni si fonda sulla solidarietà e i ricollocamenti ne sono un elemento assolutamente essenziale". 

"E' vero - prosegue la portavoce - che l'Austria aveva già accolto un numero molto grande di rifugiati negli anni precedenti e che in ragione di questo l'Austria aveva beneficiato di un'esenzione temporanea dalle decisioni sui ricollocamenti. L'esenzione è scaduta, cosa che significa che ci aspettiamo che l'Austria rispetti il suo obbligo, a norma delle decisioni del Consiglio, di iniziare con i ricollocamenti". 

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