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E' italo marocchino il terzo killer di Londra

06 giugno 2017 | 12.25
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(Foto diffuse dalla Metropolitan Police - Il primo da destra è Youssef Zaghba)
(Foto diffuse dalla Metropolitan Police - Il primo da destra è Youssef Zaghba)

Nel marzo 2016 a Youssef Zaghba, il 22enne italo-marocchino identificato come il terzo componente del gruppo di attentatori di Londra, fu impedito di imbarcarsi dall'aeroporto di Bologna dove voleva prendere un volo per la Turchia. A quanto si apprende, il giovane è stato monitorato dalle forze dell'ordine nei giorni in cui è stato in Italia. Poi si trasferì a Londra e ne fu data segnalazione agli inglesi.

A quanto apprende l'AdnKronos, il giovane aveva passaporto italiano, essendo figlio di un'italiana e di un marocchino. Il nome proprio della madre del terrorista sarebbe Valeria, riferiscono ancora le fonti dell'AdnKronos. La donna si troverebbe a Bologna, secondo alcuni, secondo altri a Casablanca, in Marocco.

Secondo le stesse fonti, nel marzo del 2016 la madre di Zaghba - nato a Fes nel gennaio del 1995 - aveva lasciato Casablanca, trasferendosi a Castello di Serravalle, un piccolo comune della provincia di Bologna. Il padre del terrorista risulterebbe invece ancora iscritto all'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero) a Casablanca. A quanto apprende l'AdnKronos, il fratello di Zaghba, Kaouthar, ha 25 anni e vive in Italia con la madre.

L'antiterrorismo ha registrato nei mesi scorsi alcuni passaggi in Italia di Zaghba. Si tratta di viaggi per brevi periodi, apprende ancora l'AdnKronos da fonti investigative, costantemente tenuti sotto stretto monitoraggio dalla Polizia di Prevenzione.

Anche il Comando antiterrorismo di Scotland Yard ha poi confermato l'identità del terzo attentatore, diffondendo una sua foto. La famiglia del 22enne è stata informata. Zaghba, riferisce Scotland Yard secondo quanto riporta la Bbc, non era una "persona di interesse" per la polizia, né per il servizio di intelligence interna MI5.

Scotland Yard ha poi annunciato un nuovo arresto nell'ambito dell'indagine. Si tratta di un 27enne arrestato stamattina poco dopo le 8 (ora locale) in un'abitazione di Barking, quartiere alla periferia est di Londra. Lo riporta la Bbc. Altre 12 persone arrestate a seguito dell'attacco sono state rilasciate.

COMUNITA' ISLAMICA BOLOGNA - "Non ci risulta di conoscerlo. Stiamo parlando di una comunità che conta 25mila persone circa, poi d'altra parte non tutti frequentano le sale di preghiera". E' quanto afferma all'Adnkronos il coordinatore della Comunità islamica di Bologna e segretario dell'Ucoii Yassine Lafram commentando la notizia. "Se ho capito bene non viveva qui - prosegue Lafram -. Essendo così giovane bisogna capire da quanto aveva iniziato ad approfondire il discorso religioso".

"Come comunità - continua il coordinatore - ci preme assolutamente condannare questa forma di male assoluto che questi giovani portano all'interno dell'Europa e non solo". "Tanti come lui si fanno esplodere in moschee nel mondo arabo-islamico, spazzando via tante vite di persone innocenti e lì i numeri sono molto più consistenti - ricorda -. Prima dell'attentato di Londra c'è stato un attentato a Kabul che ha portato via 80 anime".

"Noi viviamo in un contesto internazionale - prosegue Lafram - dove da un parte ci sono i portatori di un'ideologia del terrore e dall'altra parte il resto dell'umanità, persone di varie appartenenze religiose. Bisogna stare attenti anche alla narrativa politica e mediatica". "Se per colpire i terroristi si vanno a stigmatizzare le comunità islamiche che sono per la stragrande maggioranza pacifiche si fa il regalo più grande che si possa fare a questi terroristi", avverte chiedendo "unità e coesione".

"Dobbiamo richiamare tutti alla propria responsabilità - sottolinea - Noi cercare di essere più vigili e attenti rispetto a quello che succede dentro la comunità e stare attenti ai cattivi maestri mentre la politica e i mezzi di informazioni devono assumersi la propria responsabilità". "Altrimenti il rischio è che punire i cattivi andiamo a castigare i buoni - precisa - Questo è il momento dell'unità e della coesione".

"Bologna è storicamente accogliente e solidale, ha fatto della pluralità una risorsa - conclude - Come Bologna ha affrontato diverse situazioni tragiche di terrorismo di vario stampo, riuscirà a passare anche questi momenti sempre più critici".

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