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Russiagate, ex direttore Fbi: "Mosca interferì su voto Usa"

08 giugno 2017 | 16.31
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(fermo immagine 'Sky TG24')
(fermo immagine 'Sky TG24')

La Russia ha "senza dubbio" interferito nelle elezioni presidenziali del 2016. E' quanto ha detto l'ex direttore dell'Fbi James Comey, aggiungendo di essere, però, "sicuro" che nessun voto espresso nelle elezioni sia stato alterato a causa di queste interferenze. Comey sta testimoniando davanti alla Commissione Intelligence del Senato Usa sul cosiddetto Russiagate. Quanto alle accuse del presidente Donald Trump, secondo il quale il Bureau era nel caos e guidato male, Comey ha risposto: "Si tratta di bugie, pure e semplici".

"Le spiegazioni del mio licenziamento mi hanno confuso e preoccupato". Così l'ex direttore dell'Fbi, James Comey, all'inizio della sua testimonianza dinanzi alla commissione Intelligence del Senato, riferendosi alla decisione delle settimane scorse del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di silurarlo nell'ambito del Russiagate.

"L'Fbi è onesta, l'Fbi è forte e l'Fbi è e sarà sempre indipendente" ha poi detto Comey davanti alla commissione, aggiungendo di essere rimasto "confuso e preoccupato" dalle "spiegazioni", date per giustificare il suo licenziamento. Nel ricordare di essere stato nominato nel 2013 per un mandato di dieci anni dall'allora presidente Barack Obama, Comey ha ammesso di "sapere che avrei potuto essere licenziato da un presidente per qualsiasi ragione o per nessuna ragione". Ma, ha continuato, "le diverse spiegazioni" fornite sul suo siluramento "mi hanno confuso e preoccupato sempre di più". Secondo l'ex direttore dell'Fbi, Trump "mi ha più volte detto che stavo facendo un grande lavoro e speravo di restare... mi ha detto più volte di aver parlato di me con molte persone e di aver saputo che stavo facendo un gran lavoro".

"Questo allora mi ha confuso, quando ho visto in televisione che il presidente mi aveva licenziato a causa delle indagini sulla Russia", ha sottolineato ancora Comey, secondo il quale da allora "la Casa Bianca ha scelto di diffamare me e, cosa ancora più importante, l'Fbi".

Nella sua audizione davanti alla Commissione Intelligence del Senato, l'ex direttore dell'Fbi ha confermato che il presidente Donald Trump "non è sottoposto a indagine" nell'ambito dell'inchiesta Russiagate. Lo ha detto l'avvocato personale di Trump, Marc Kasowitz, in una dichiarazione alla stampa.

Casa Bianca: Trump non è un bugiardo - La Casa Bianca replica alle parole dell'ex direttore dell'Fbi James Comey che ha accusato l'Amministrazione Trump di avere mentito riguardo alle ragioni del suo licenziamento. Il presidente Donald Trump "senza dubbio" non è un bugiardo, ha detto la portavoce Sarah Sanders ai giornalisti.

Legale Trump, Comey rischia indagine - L'avvocato personale di Donald Trump, Marc Kasowitz, attacca l'ex direttore dell'Fbi James Comey per aver fatto trapelare alla stampa il contenuto dei memo sui quali aveva trascritto le sue conversazioni con il presidente Usa. La Casa Bianca, ha detto Kasowitz, lascerà che siano le autorità preposte a stabilire se Comey vada indagato. Il legale, negando le dichiarazioni rese oggi da Comey davanti alla Commissione Intelligence del Senato, ha inoltre affermato che Trump non ha mai detto all'ex direttore dell'Fbi "ho bisogno di lealtà", facendo così pressioni su di lui. Il presidente Trump, ha affermato l'avvocato Kasowitz, "Non ha mai tentato di impedire l'indagine sui tentativi russi di interferenza" nelle elezioni e, "mai, in forma o sostanza, ha dato indicazioni o suggerito che Comey smettesse di indagare su qualcuno". Si tratta di una totale negazione delle affermazioni fatte oggi da Comey nella sua audizione al Senato.

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