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May va avanti: "Farò nuovo governo"

09 giugno 2017 | 07.19
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May va avanti:

Il partito conservatore della premier Theresa May ha vinto le elezioni ma non è riuscito a conquistare la maggioranza assoluta in Parlamento, necessaria a governare il Paese.

In attesa del riconteggio dei voti nel collegio londinese di Kensington, previsto per stasera, secondo i risultati parziali (649 circoscrizioni elettorali scrutinate su 650) i Conservatori sono il maggiore partito, con il 42,4% dei voti (+5,5% rispetto alle elezioni del 2015) e 318 seggi (-18) alla Camera dei Comuni; i Laburisti hanno ottenuto il 40% dei voti (+9,5%) e 261 seggi (+29); i Liberal Democratici hanno ottenuto il 7,4% dei voti (-0,5%) e 12 seggi (+4); lo Scottish National Party ha ottenuto il 3% dei voti (-1,7%) e 35 seggi (-21); l'Ukip ha ottenuto l'1,8% dei voti (-10,8) e 0 seggi (-1); i Verdi hanno ottenuto l'1,6% dei voti (-2,1%) e 1 seggio;

In Irlanda del Nord il Democratic Unionist Party è risultato il maggiore partito con 10 seggi (+2), seguito dallo Sinn Feinn con 7 seggi (+3); un altro seggio è stato vinto da una candidata indipendente. In Galles il Plaid Cymru ha ottenuto 4 seggi (+1).

MAY - La premier conservatrice ha deciso di andare avanti e, insieme al Democratic Unionist Party, formerà un nuovo governo. May conferma i cinque principali ministri anche nel nuovo esecutivo, come rende noto Downing Street in comunicato in cui si annuncia che Philip Hammond rimarrà cancelliere dello Scacchiere, il ministro del Tesoro, Boris Johnson ministro degli Esteri, Amber Rudd ministro dell'Interno, Michael Fallon ministro della Difesa e David Davis ministro per la Brexit.

"Ora formerò un governo", ha detto la premier dopo l'incontro con la Regina, spiegando che il suo partito conservatore e gli unionisti nordirlandesi del Dup lavoreranno assieme avendo "avuto una stretta relazione negli ultimi anni". Un governo che darà "certezze", manterrà il paese "sicuro" e guiderà il processo verso la Brexit, ha aggiunto.

Che succede ora?

Il maggiore partito nordirlandese ha motivato la decisione di formare una coalizione con i Tories con la necessità di impedire al leader laburista Jeremy Corbyn di diventare il nuovo primo ministro.

Dal canto suo il leader dei Laburisti Jeremy Corbyn aveva chiesto che la premier May si dimettesse: "Ha perso seggi, ha perso voti, ha perso sostegno e fiducia. Tutto ciò è sufficiente per lasciare il posto a un governo veramente rappresentativo". Noi, ha aggiunto, "siamo pronti a servire il nostro paese". Per Corbyn i negoziati sulla Brexit dovranno proseguire e la decisione di ritardarli non dipende dai britannici. "La nostra posizione è chiara, vogliamo una Brexit che metta l'occupazione al primo posto".

Affluenza record - Affluenza record nel Regno Unito per le elezioni politiche: a votare è stato il 68,7% degli aventi diritto, il 2,6% in più rispetto al 2015 e la percentuale più alta registrata dalle elezioni politiche del 1997. In tutto 46.9 milioni di elettori si erano registrati per prendere parte al voto di ieri, mezzo milione in più rispetto ai 46,4 milioni delle elezioni del 2015. L'affluenza ai seggi negli ultimi anni è progressivamente aumentata rispetto al calo registrato all'inizio degli anni 2000. Ecco i dati dell'affluenza delle ultime elezioni politiche: 2015, 66.2%; 2010, 65.1%; 2005, 61.4%; 2001, 59.4%; 1997, 71.4%. Nel Dopoguerra, le elezioni politiche con la più alta affluenza furono quelle del 1950, con l'83.9%. In quell'occasione vinsero i Laburisti di Clement Attlee, sconfiggendo i Tories guidati da Winston Churchill.

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