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Nessun ospedale inglese vuole accogliere il piccolo Charlie

12 luglio 2017 | 12.47
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(foto da Facebook)
(foto da Facebook)

In attesa che l'Alta Corte britannica decida domani sul destino del piccolo Charlie Gard, il rapporto tra i genitori del bambino e il Great Ormond Street Hospital sembra ormai del tutto compromesso. Lo riferisce la stampa britannica, riportando che in questi giorni sono stati fatti dei tentativi per trasferire Charlie in un'altra struttura, ma al momento nessun ospedale inglese ha accettato di accoglierlo.

Lunedì il tribunale aveva concesso tempo fino alle 14 di oggi (le 15 in Italia) ai genitori di Charlie, Chris Gard e Connie Yates, per fornire nuove prove che una terapia sperimentale possa effettivamente migliorare la qualità della vita del figlio. Una fonte vicina alla famiglia, scrive il Telegraph, ha riferito che i genitori di Charlie erano sconvolti da questo ultimatum di 48 ore. "Sentono di essere stati fregati - ha riferito la fonte - non credono di avere abbastanza tempo per mettere insieme queste nuove informazioni".

Se il giudice dell'Alta Corte non sarà convinto dal materiale fornito dai genitori del bambino, nell'udienza di domani ordinerà che il macchinario che tiene in vita Charlie venga spento. Non è ancora chiaro, al momento, se per i genitori di Charlie ci sarà la possibilità di appellare la decisione del giudice. I precedenti appelli, compreso quello alla Corte Suprema e alla Corte europea, hanno avuto esiti negativi.

Il piccolo Charlie, 11 mesi, soffre di una malattia rarissima, la sindrome da deplezione del dna mitocondriale, della quale si conoscono solo 16 casi al mondo. Sia dagli Usa che dall'Italia sono state offerte terapie sperimentali per il bambino, ma l'ospedale inglese nel quale è ricoverato ritiene che questi trattamenti siano inutili per Charlie, che sta subendo danno cerebrali irreversibili.

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