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Leader G7 a Corea del Nord: "Stop a test nucleari"

04 settembre 2017 | 13.40
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(Afp)
(Afp)

Condanna internazionale per Pyongyang. Dalla Ue al Giappone passando per il Bahrain, il sesto test nucleare avvenuto nella giornata di ieri ha attirato sulla Nordcorea l'ira dei principali leader europei e mondiali: tra minacce di sanzioni e diplomazia, sono state infatti tante (e dure) le reazioni all'ultima provocazione di Kim Jong-un.

G7 - La presidenza di turno del G7 rende noto un comunicato di condanna dei test nucleari della Corea del Nord. In una nota congiunta Paolo Gentiloni, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Shinzō Abe, Theresa May, Donald Trump, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, condannano "nei termini più decisi i nuovi test nucleari condotti dalla Corea del Nord e esprimono solidarietà ai Paesi della regione per le conseguenze dei comportamenti irresponsabili di Pyongyang".

"La Corea del nord, come unico Paese che ha praticato test nucleari nel XXI secolo, continua a sfidare la comunità internazionale con seri, ripetuti e violazioni della legge internazionale anche in corso. Questi test nucleari sono una intollerabile provocazione che rappresentano una diretta sfida contro la comunità internazionale", spiegano i 7 Grandi.

"I passi in avanti dei programmi nucleari e balistici, compreso lo sviluppo e la messa in prova dei missili balistici con gittata intercontinentale, tocca nuovi livelli di minaccia alla pace internazionale e alla stabilità e al regime di non proliferazione. Gli ultimi test nucleari, data la grandezza dell'esplosione, hanno portato la sfida ad un livello senza precedenti -proseguoni i leader del G7-. La Corea del Nord deve rispettare immediatamente tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite e abbandonare tutti i programmi missilistici nucleari e balistici in modo completo, verificabile e irreversibile".

I 7 grandi sottolineano ancora: "Siamo pronti a rafforzare ulteriormente le misure volte a conseguire tali obiettivi e invitano fortemente il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite a andare incontro alle sue responsabilità e adoperarsi per l'adozione di una nuova ed efficace risoluzione che preveda misure più forti. Ci appelliamo alla comunità internazionale per raddoppiare gli sforzi per assicurare un'attuazione sostenuta, completa e approfondita della risoluzione del Consiglio di sicurezza e garantire che la Corea del Nord ritorni alla legalità internazionale".

UE - L'Ue "ha già delle sanzioni, delle misure autonome estremamente estese" in vigore nei confronti della Corea del Nord. Adottare "misure aggiuntive è un'opzione disponibile nell'Ue, ma le decisioni spettano al Consiglio". Lo sottolinea Catherine Ray, portavoce per gli Affari Esteri della Commissione Europea, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

"Abbiamo visto - continua la Ray - le dichiarazioni del presidente del Consiglio Europeo" Donald Tusk, "che sono molto vicine a quelle che abbiamo fatto in agosto. Condividiamo tutti lo stesso obiettivo, la denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile della penisola coreana".

L'Alta Rappresentante per gli Affari Esteri Federica Mogherini "ha detto che attendiamo con grande interesse la riunione del Consiglio di Sicurezza di oggi, che discuterà oggi della questione e speriamo che prenderà una posizione ferma ed efficace. Come d'abitudine, noi coordiniamo le nostre azioni con il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e con le sue decisioni. Mogherini è a Bled oggi (in Slovenia), parlerà della situazione in Corea del Nord e l'argomento sarà all'ordine del giorno del Gymnich (il Consiglio Affari Esteri informale) che si terrà a Tallinn" il prossimo fine settimana.

CINA - Più cauto, invece, il fronte cinese. Il ministero degli Esteri ha infatti criticato il tweet del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in cui ha annunciato che gli Usa stanno considerando valutando la possibilità di uno stop agli scambi commerciali con "tutti i Paesi che fanno affari con la Corea del Nord". "E' inaccettabile la situazione in cui da un lato lavoriamo per risolvere una questione pacificamente, ma dall'altro lato i nostri interessi sono soggetti a sanzioni e sono messi a rischio", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang.

"Non vogliamo che i nostri interessi siano danneggiati", ha affermato nel briefing quotidiano, aggiungendo che l'approccio che vorrebbe adottare Trump "non è oggettivo ed equo".

EGITTO - L'Egitto ha condannato il test nucleare di Pyonyang, mettendo in guardia dai rischi per la sicurezza della regione. In una nota diffusa all'indomani del sesto test nucleare condotto dalla Corea del Nord, il ministero degli Esteri egiziano ha espresso il timore che l'"escalation" possa scatenare una "corsa gli armamenti nucleari" in Asia con conseguenze dirette sulla stabilità dell'area.

Il comunicato arriva a 11 giorni dalla decisione degli Stati Uniti di bloccare o rinviare gli aiuti economici e militari al Cairo per un valore di 290 milioni di dollari. Secondo il Washington Post, dietro la mossa potrebbero esserci i rapporti dell'Egitto con la Corea del Nord. In un colloquio telefonico a luglio il presidente Usa, Donald Trump, aveva invitato il suo omologo egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, ad interrompere la cooperazione economica con Pyongyang.

BAHRAIN - Anche il Bahrain si unisce al coro di condanne dopo l'annuncio di Pyongyang del test della bomba a idrogeno. In una nota il ministero degli Esteri del piccolo Paese del Golfo Persico, sede della Quinta Flotta navale degli Stati Uniti, "sottolinea la necessità che la Corea del Nord ponga fine a tutte le attività che portano a un aumento delle tensioni e rappresentano una minaccia la pace e la sicurezza nel mondo" e invita Pyongyang a "rispettare le risoluzioni e i trattati internazionali".

Nelle prossime ore si terrà la riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere l'ultimo test nucleare annunciato dalla Corea del Nord.

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