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Catalogna

Duro, schivo e diffidente: chi è Trapero

06 ottobre 2017 | 14.08
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(AFP) - AFP
(AFP) - AFP

E' uno dei protagonisti della vicenda catalana, fra i principali attori dello scontro sul referendum per l'indipendenza. Josep Lluis Trapero, Comandante dei Mossos d'Esquadra, si è presentato questa mattina davanti al tribunale di Madrid per rispondere dell'accusa di sedizione, mossagli per non avere fornito supporto alla Guardia Civil impegnata ad affrontare i manifestanti indipendentisti durante le proteste di Barcellona.

Era il 20 settembre quando nel capoluogo catalano migliaia di persone scendevano in strada per protestare contro il blitz anti-voto della Guardia Civil. Una protesta protrattasi sino al giorno successivo e durante la quale i Mossos d'Esquadra guidati da Trapero si sarebbero schierati con i manifestanti e non avrebbero protetto i colleghi della Guardia Civil. Un comportamento del quale Trapero è stato chiamato a rispondere e che potrebbe costargli sino a 15 anni di carcere. Ma questa non è stata la prima volta che il capo della polizia catalana ha disubbidito agli ordini di Madrid.

Trapero è infatti celebre per i suoi atti di ribellione che lo hanno trascinato, nel giro di poco tempo, nella cerchia degli eroi simbolo dell'indipendentismo. Già dopo gli attentati di Barcellona e Cambrils, il 52enne catalano si era conquistato la simpatia del movimento indipendentista, in particolare per la risposta data ad un giornalista che, nel corso di una conferenza stampa, lo aveva contestato perché rispondeva alle domande in catalano. "Se la domanda mi viene fatta in catalano, rispondo in catalano, se mi viene fatta in castigliano, rispondo in castigliano". Alla reazione del giornalista, che stava abbandonando la sala, Trapero aveva risposto con un "Beh, molto bene. Allora arrivederci", pronunciato per metà in catalano e per metà in castigliano ("Bueno, pues molt bé, pues adiós"). Una frase diventata nel giro di pochissimo tempo uno slogan comparso su T-shirt e cappellini, nonché sulle tante pagine social lui dedicate.

Al di là delle promesse di collaborazione a tutti i livelli, l'attentato alla Rambla aveva mostrato in maniera lampante il fastidio reciproco tra Guardia Civil e Mossos d'Esquadra, due forze di polizia che non sono riuscite a collaborare nemmeno di fronte ad una situazione così delicata. Un fastidio che forse si è acuito da quando comandante della polizia catalana è diventato, lo scorso aprile, Josep Lluis Trapero, l'uomo dei no, eroe del popolo indipendentista.

Spesso criticati per l'atteggiamento "troppo blando" tenuto nei confronti degli indipendentisti, a settembre i Mossos avevano mostrato anche forti riserve sull'ordine, provenuto da Madrid, di chiudere i seggi dove dopo pochi giorni si sarebbe tenuto il referendum, ritenuto illegale dal governo spagnolo. "L'attuazione delle istruzioni non esclude la responsabilità professionale di prevedere che applicarle potrebbe comportare conseguenze indesiderate", avevano scritto i Mossos su Twitter.

Da quando sono stati creati (nel XVIII secolo), i Mossos rappresentano "uno dei più evidenti simboli dell'indipendentismo catalano", non rispondono a Madrid ma direttamente al ministero dell'Interno catalano, anche se non si possono considerare del tutto indipendenti dal governo spagnolo. Tanti i dubbi e le perplessità circolati nei giorni prima del referendum, sul comportamento che i poliziotti catalani avrebbero tenuto nei confronti dei votanti. Avrebbero rispettato gli ordini di Madrid o si sarebbero ancora una volta ribellati? Girava voce che non avrebbero impedito agli elettori di votare. E così è stato. Il 1° ottobre scorso, la polizia catalana non ha ostacolato lo svolgimento del referendum e, in alcuni casi, è addirittura intervenuta per difendere i votanti dalle cariche della Polizia spagnola. Per questa ragione sono stati tacciati di "inerzia" dalla Guardia Civil, che ha sostenuto di essere stata costretta ad intervenire anche a causa della "pigrizia" dei Mossos, guidati da Trapero.

52 anni, figlio di un tassista di Valladolid, laureatosi nel 2006 in Giurisprudenza, Trapero è entrato nei Mossos d'Esquadra nell'89. E' conosciuto come un uomo ruvido, scontroso e diffidente, ma è proprio per il suo carattere che è tanto amato dal popolo indipendentista, che lo definisce "un purosangue catalano". Il suo ultimo atto di ribellione, però, potrebbe costargli caro e adesso, dopo l'ennesimo rifiuto, Trapero si trova nei guai.

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