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Catalogna, che vuol dire indipendenza sospesa

11 ottobre 2017 | 11.23
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AFP PHOTO / LLUIS GENE - AFP
AFP PHOTO / LLUIS GENE - AFP

Indipendenza firmata e poi sospesa. Questa la mossa del presidente della Generalit catalana Carles Puigdemont che ieri, davanti al parlamento di Barcellona, ha dichiarato l'avvio del processo di indipendenza della Catalogna ma ha poi preso tempo per un dialogo con Madrid. La dichiarazione di indipendenza rimane dunque congelata nel tentativo di aprire nel frattempo un percorso di dialogo con la Spagna per arrivare ad una soluzione concordata della crisi catalana. Che significato ha la mossa di Puigdemont?

Dopo l'intervento del presidente della Generalitat la Catalogna non è indipendente e non lo sarebbe diventata nemmeno se Puigdemont l'avesse dichiarata tale, senza alcuna sospensione e senza alcun tipo di compromesso, dal momento che tutto è basato su un referendum (quello tenutosi il 1° ottobre) considerato illegale. La tortuosa formula progettata da Puigdemont, con cui la Generalitat catalana ha in sostanza passato la palla a Madrid, testimonia la complessità del momento: le tensioni interne al blocco indipendentista, il rischio di una guerra civile e l'esodo delle imprese dalla regione. Tutti fattori, si legge sul quotidiano La Vanguardia, che hanno spinto Puigdemont a non dichiarare l'indipendenza ma al tempo stesso a non offrire alcun dubbio a Mariano Rajoy: la Catalogna vuole essere indipendente, ora sta alla Spagna trovare la soluzione migliore per il divorzio.

La prossima mossa, quindi, dovrà essere del premier Mariano Rajoy, di cui oggi si attende la reazione alle parole pronunciate ieri da Puigdemont. Le opzioni nelle mani del governo di Madrid sono diverse e la Spagna può mettere in atto una serie di misure coercitive per costringere la Generalitat a tornare sulla 'retta via'.

Con la mossa di ieri, secondo La Vanguardia, Puigdemont ha voluto dare continuità ai risultati del referendum del 1° ottobre, non solo portando in parlamento l'orgoglio di più di due milioni di catalani che sono andati a votare tra le cariche della polizia, ma anche lanciando, in castigliano, un messaggio rasserenante. "Non siamo criminali, pazzi o golpisti. Siamo persone normali che chiedono di votare".

Anche la pressione internazionale sulla vicenda catalana può aver spinto Puigdemont ad evitare il muro contro muro con Madrid. Il presidente della Generalitat è consapevole che l'offerta lanciata a Rajoy non offre molte alternative, ma con la sua scelta ha preferito lanciare un messaggio all'Europa. Puigdemont ammette la confusione generata dai fatti del 1° ottobre, di cui è disposto a pagare le conseguenze per quello che considera un "bene superiore", ovvero riaffermare la volontà del governo catalano di ottenere un consenso anche a livello europeo contro l'immobilismo di Mariano Rajoy.

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