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"Gli spari, poi la foresta": il racconto di don Maurizio

18 ottobre 2017 | 12.08
LETTURA: 3 minuti

(dalla pagina Facebook della parrocchia San Bartolomeo in tuto di Scandicci)
(dalla pagina Facebook della parrocchia San Bartolomeo in tuto di Scandicci)

Don Maurizio Pallù, sequestrato in Nigeria e liberato nella notte, racconta le giornate in mano ai sequestratori. "Il 12 ottobre siamo stati prelevati sulla strada, sono venuti fuori sparando e poi ci hanno portato nella foresta. Eravamo tre, era un banda di rapitori, abbiamo camminato abbastanza verso un luogo solitario e poi siamo stati lì, loro avevano poco da mangiare, ci davano quello che avevano, siamo andati avanti, abbiamo bevuto l’acqua del torrente, un’acqua marroncina... comunque siamo in vita", racconta il sacerdote a 'Radio Vaticana'.

IL RAPIMENTO - "In tre siamo stati presi come ostaggi, un fratello nigeriano, una studentessa nigeriana e io. Ci hanno rilasciati intorno alle 10 di sera", racconta ancora don Pallù. "Il Signore è risorto, mi ha accompagnato, ho avuto attimi di paura ma devo dire ho sentito molto l’assistenza dei santi, della Vergine Maria, di Carmen Hernandez. Noi abbiamo affidato la nostra missione in Nigeria alla Vergine Maria, al Sacro Cuore di Gesù, al Cuore Immacolato di Maria, a San Daniele Comboni e San Giovanni Paolo II… quindi è una squadra di ferro".

IL PRIMO SEQUESTRO - Non è la prima volta che don Pallù è stato sequestrato: "E' la seconda volta che mi rapiscono in un anno, non è la prima; questa è stata più difficile della prima volta ma ho visto i miracoli che il Signore ha fatto, proprio grandi miracoli che il Signore ha fatto per tenerci in vita. Significa che il Signore ha un piano grosso su questo Paese perché il demonio sta attaccando con grande forza per distruggere l’opera di Dio in questa nazione".

IL RIENTRO - Il sacerdote tornerà in patria: "Mi hanno detto di rientrare in Italia. Io vorrei restare qui perché il demonio lo si sconfigge stando qui, il demonio è codardo, vuole metterci paura ma ha scelto la strada sbagliata perché siamo poveri uomini che abbiamo paura ma siamo sostenuti dalla grazia di Dio. E lui sta tenendo schiave milioni di persone qui con la menzogna, con la codardia e con la corruzione e quando mi permetteranno di tornare ritornerò qui ben contento e offrire la mia povera persona per l’evangelizzazione della Nigeria".

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