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Spagna

Catalogna, niente elezioni anticipate. E' scontro con Madrid

26 ottobre 2017 | 08.24
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Carles Puigdemont (Foto Afp) - AFP
Carles Puigdemont (Foto Afp) - AFP

"Non ci sono garanzie che giustificano la convocazione di elezioni anticipate". Così il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont. Nella sua breve dichiarazione, più volte rimandata da questa mattina, ha insomma escluso la convocazione di elezioni anticipate in Catalogna.

"Il mio impegno è quello di perseguire tutte le strade per trovare una soluzione negoziata e concordata per evitare l'applicazione dell'articolo 155 (della costituzione, ndr)", ha dichiarato ancora il presidente della Generalitat dal Palau de la Generalitat.

L'avvio delle procedure previste dall'articolo 155 della Costituzione spagnola in programma oggi al Senato a Madrid è "illegale e un abuso", ha poi sottolineato Puigdemont aggiungendo: "Ora è il Parlament che deve decidere la risposta all'applicazione dell'articolo 155".

Il presidente della Generalitat ha inviato una lettera al Senato con gli argomenti contro l'applicazione dell'articolo 155.

Madrid - Carles Puidgemont non ha risposto alla richiesta del governo spagnolo di chiarire se la Catalogna dichiara l'indipendenza o no. Dal presidente della Generalitat "non è arrivato nulla, solo rumore". "Ogni governo è tenuto a far rispettare e applicare le leggi. E' per questo che il governo ha deciso di chiedere l'attivazione dell'articolo 155 della Costituzione", ha dichiarato la vice premier spagnola Soraya Saenz de Santamaria in Senato. A Puigdemont non sono mancate "le possibilità di dialogo", e i separatisti catalani "hanno sempre detto che non erano disposti al dialogo". "Per affrontare una situazione così grave, uno Stato di diritto dispone di strumenti eccezionali. Le misure previste dall'articolo 155 non esistono solo in Spagna", ha aggiunto. "Nessun governo può accettare che la democrazia non sia completa in una regione del paese, che è quello che accade in Catalogna", ha precisato Saenz de Santamaria in Senato a Madrid, subito dopo l'intervento del presidente della Generalitat Carles Puigdemont a Barcellona.

Per i secessionisti più convinti, quello di Puigdemont è un vero tradimento. Con un chiaro riferimento ai 30 denari di Giuda, Grabriel Rufian, portavoce di Esquerra Repubblicana de Catalunya, il partito secessionista al governo con il PDeCat di Puigdemont, ha twittato seccamente: "155 monete d'argento". Due deputati dell'alleanza secessionista Junt pel Si hanno già annunciato le loro dimissioni dal Parlament catalano. Un'altra deputata è stata vista uscire in lacrime dalla sede della Generalitat.

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