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Italia-Lituania, ambasciatore a Roma: "Tra noi forte senso di solidarietà"

07 novembre 2017 | 14.46
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L'ambasciatore lituano Ričardas Šlepavičius
L'ambasciatore lituano Ričardas Šlepavičius

La Lituania e l’Italia sono parte di una stessa famiglia, tra i due Paesi “esiste un senso di solidarietà” che si esprime attraverso l’impegno dell’una nel Mediterraneo e dell’altra nella presenza militare nei Baltici e attraverso decisioni, come quella sulle sanzioni alla Russia, prese e attuate nell’interesse di tutti. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos l’ambasciatore lituano a Roma, Ričardas Šlepavičius, nel corso della quale parla di rapporti bilaterali, di rapporti con la Russia di fronte all’”aggressione” all’Ucraina e anche di temi europei, come la candidatura “molto forte” di Milano per ospitare la sede dell’Agenzia europea per il farmaco (Ema).

“Italia e Lituania hanno una lunga storia di rapporti, che risale al Medioevo e poi al Rinascimento, con la granduchessa consorte di Lituania, Bona Sforza, che portò nel nostro Paese la cultura e l’arte italiana – ricorda il diplomatico arrivato a Roma tre mesi fa, anticipando per il prossimo anno una visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei tre Paesi baltici – Siamo membri dell’Unione Europea e della Nato, condividiamo gli stessi valori e lavoriamo molto strettamente”.

“Quello che avvertiamo da parte dei nostri amici ed alleati italiani è un forte senso di solidarietà – sottolinea - attraverso la presenza di truppe italiane in Lettonia nell’ambito di una missione della Nato e la missione di ‘air policing’ in Lituania, che l’Italia ha già condotto nel 2015 e ripeterà negli anni successivi”. Allo stesso tempo, rivendica Šlepavičius, “anche se noi siamo un piccolo Paese, per quello che possiamo cerchiamo di aiutare l’Italia e siamo nel Mediterraneo, nell’ambito dell’operazione Sophia, per sostenere il vostro Paese nelle sfide dinanzi alle quali si trova di fronte” con il flusso di migranti.

“Con l’Italia – prosegue l’ambasciatore – ci sentiamo parte di una stessa famiglia, a Bruxelles sediamo allo stesso tavolo, prendiamo insieme delle decisioni, forse qualche volta discutiamo a lungo, ma questo è il prezzo della democrazia, e nessuno può essere costretto ad accettare qualcosa che non risponde al suo interesse. E quando accettiamo le decisioni, le rispettiamo”. Il riferimento di Šlepavičius è in particolare alle sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia, che non sono fini a sé stesse, ma “un mezzo per convincere Mosca a rispettare gli accordi di Minsk sull’Ucraina”.

“A nessuno piacciono le sanzioni – dice – La Lituania ha sofferto molto per l’imposizione di queste misure, perché la Russia era uno dei nostri principali partner commerciali, sono costose. Ma la questione è cosa ha causato le sanzioni ed è l’aggressione contro l’Ucraina: per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale in Europa un Paese ha invaso una parte di territorio di un altro Paese. E di fronte a questo, non potevamo essere ciechi: dovevamo accettare questo comportamento o dobbiamo tornare a rapporti accettabili per la società occidentale? Le sanzioni, che penso stiano funzionando, sono un mezzo per convincere i russi a cambiare atteggiamento, non avevamo altra scelta, non avevamo alternativa”.

L’ambasciatore Šlepavičius commenta poi le dichiarazioni del presidente Vladimir Putin secondo cui ai confini della Russia ci sarebbero troppi militari dell’Alleanza atlantica. “Le truppe della Nato si trovano all’interno del territorio della Nato – scandisce – non sono fuori. La presenza militare nelle Repubbliche baltiche è stata rafforzata in reazione all’aggressione della Russia in Ucraina ed il dispiegamento di soldati della Nato conferma una volta di più che ogni Paese membro sarà difeso dagli alleati e che saranno prese le misure che saranno ritenute necessarie. Si tratta di un’azione di deterrenza rispetto ad azioni non amichevoli nei confronti di Paesi della Nato, di un’azione per accrescere la nostra capacità di difesa. Questo è il prezzo che dobbiamo pagare per la nostra sicurezza, la democrazia e l’indipendenza non sono mai a costo zero”.

“Non posso dire che ci sentiamo minacciati. Osserviamo e valutiamo quello che succede nella regione e cerchiamo di prendere le misure adeguate”, chiarisce quindi, citando infine una frase dell’ex segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, secondo cui “la strada per una migliore cooperazione tra la Russia e l’Alleanza passa da Kiev”.

Infine, a poco meno di due settimane dalla decisione di Bruxelles, l’ambasciatore Šlepavičius parla della candidatura di Milano per l’Ema: “Ufficialmente la Lituania non ha ancora deciso chi sostenere, ma Milano, a mio parere, è una candidata molto forte, rispetta tutti i sei criteri tecnici richiesti. I nostri esperti stanno valutando, l’Italia sta promuovendo molto il capoluogo lombardo, tutto quello che l’Italia fa sembra molto serio”.

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