cerca CERCA
Sabato 20 Aprile 2024
Aggiornato: 00:03
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Offshore

Paradise Papers, ci sono anche i milioni di Hamilton

07 novembre 2017 | 11.27
LETTURA: 5 minuti

Lewis Hamilton (Foto Afp) - AFP
Lewis Hamilton (Foto Afp) - AFP

Ci sarebbero anche 16,5 milioni di sterline di Lewis Hamilton sui conti offshore scoperti dai Paradise Papers. Il pluricampione di Formula Uno, tra gli sportivi più ricchi del mondo, avrebbe evitato di pagare le tasse sul jet acquistato nel 2013 facendo apparire l'operazione come un leasing, operazione consentita - nel Regno Unito o nell'Ue - solo per velivoli usati a scopo commerciale e non a titolo personale come accade. Hamilton avrebbe così evitato di pagare l'Iva (del 20%), pari a 3,3 milioni di dollari, si legge sul 'Guardian', poiché il suo Bombardier risulta proprietà di una società con sede alle Isole Vergini. Gli avvocati del 32enne hanno dichiarato che non vi sono state attività illegali, ma che effettivamente l'Iva sull'aereo non è stata pagata. Sull'account social della stella Mercedes si vede come lui utilizzi quel jet per girare in tutto il mondo, insieme anche ai suoi due bulldog, Roscoe e Coco. Ora come ora l'aereo risulta essere di una società di Hamilton che si trova nelle Isole Vergini, che a sua volta le mette a disposizione di un'altra sociertà con sede nell'Isola di Man, che a sua volta lo affitta a una società-schermo a Guernsey.

Tra le carte spunta anche il nome del Principe Carlo. Dopo la madre, la regina Elisabetta, anche Carlo d'Inghilterra finisce coinvolto nei cosiddetti Paradise Papers. I documenti, riporta il Guardian, rivelano che il principe del Galles ha investito milioni di sterline in aziende e fondi offshore, compresa un'azienda registrata alle Bermuda e gestita da uno dei suoi migliori amici. La decisione del Ducato di Cornovaglia (al quale fa riferimento il patrimonio privato di Carlo) di acquistare nel 2007 azioni per un valore di 113.500 dollari nell'azienda delle Bermuda, la Sustainable Forestry Management, che acquistava terre per proteggerle dalla deforestazione e commerciava in carbon credit, venne mantenuta segreta. I documenti mostrano che il ducato si avvicinò all'azienda attraverso il suo direttore, Hugh van Cutsem, un allevatore di cavalli milionario che possedeva una tenuta di 1600 ettari a Norfolk. Carlo e Van Cutsem, scomparso nel 2013, si conobbero all'università di Cambridge negli anni '60. (segue) Il Ducato di Cornovaglia ha precisato che l'erede al Trono d'Inghilettra non ha alcun coinvolgimento diretto negli investimenti che vengono fatti amministrando il suo patrimonio. Eppure, i media britannici sollevano il tema del potenziale "conflitto di interessi" di Carlo, che da anni porta avanti battaglie ambientaliste. Per la parlamentare laburista Margaret Hodge, molto attiva sul fronte dell'equità e della trasparenza fiscale, "sembra chiaro che il Principe Carlo potesse non sapere o potesse non aver compreso la natura dell'investimento fatto nell'azienda del suo amico". Tuttavia, "ciò che è chiaro -ha aggiunto- è che ci dovrebbe essere la dovuta trasparenza in tutti gli investimenti fatti dal Ducato di Cornovaglia, che il principe del Galles non dovrebbe essere coinvolto nelle decisioni riguardanti gli investimenti e che il tesoro dovrebbe monitorare gli investimenti per garantire che la reputazione e l'integrità della Famiglia Reale siano protette".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza