Sulla sua scrivania c'è sempre "il pulsante nucleare". E i suoi missili possono raggiungere "l'intera area" statunitense in ogni momento. Nel suo discorso di Capodanno Kim Jong-un non ha risparmiato minacce agli Stati Uniti di Donald Trump, usando i soliti toni aspri, ma aprendo al tempo stesso a Seul, dicendosi disposto a inviare una delegazione ai Giochi invernali del mese prossimo in Corea del Sud.
Giacca e cravatta grigi all'occidentale, il Rispettato Maresciallo si è rivolto alla nazione: "Abbiamo raggiunto l'obiettivo di completare la nostra forza nucleare nel 2017 - ha sottolineato - Noi abbiamo bisogno di produrre testare nucleari e missili balistici e accelerare il loro dispiegamento. Gli Stati Uniti devono sapere che il pulsante per le armi nucleari è sul mio tavolo. Questo non è un ricatto, ma la realtà".
Kim Jong-un ha quindi tuonato contro gli Stati Uniti: "Non potranno mai iniziare una guerra contro di me e il nostro Paese" ha assicurato, rimarcando che "l'intera area del territorio statunitense si trova nel raggio di un nostro attacco nucleare". Tuttavia, ha scandito il dittatore, le armi "saranno usate solo se la nostra sicurezza sarà minacciata".
Quanto alla Corea del Sud, il Rispettato Maresciallo si è detto "aperto al dialogo" e pronto "a prendere varie misure, tra cui l'invio di una delegazione" in vista dei Giochi invernali, che saranno ospitati a Seul il mese prossimo. "A questo scopo - ha concluso Kim Jong-un - le due Coree devono incontrarsi immediatamente".
Un appello che non è certo passato inosservato a sud del 38esimo parallelo. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, il ministro per la Riunificazione sudcoreano, Cho Myoung-gyon ha risposto a Pyongyang con un appello alla diplomazia e dialogo, proponendo che le due parti si incontrino nel villaggio di Panmunjom, nella zona demilitarizzata tra le due Coree, per discutere della partecipazione della Corea del Nord alle Olimpiadi invernali di Pyeonchang.