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Svizzera

Legge mail marito senza permesso, la multa è salata

15 gennaio 2018 | 11.04
LETTURA: 2 minuti

Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

E' costata cara a una donna svizzera la sbirciatina tra le mail del marito senza il suo permesso. Il fatto che lei così abbia scoperto i diversi rapporti extraconiugali dell'uomo non conta.

La donna, di cui non si conosce il nome, si era insospettita del nuovo account di posta elettronica creato dal marito sul loro computer si legge su 'Metro.co.uk'. E non ha resistito: digitando alcune password annotate proprio lì vicino al pc, secondo l'Aargauer Zeitung, è riuscita ad accedere e ha scoperto come lui da tempo avesse diverse relazioni con altre. Dopo averlo affrontato, l'uomo si è trasferito in un altro appartamento, ha raccontato la donna durante un'udienza: "Ormai non avevo più fiducia in lui. Da quel momento non ci siamo più parlati".

L'uomo ha deciso di vendicarsi e ha presentato una denuncia penale contro sua moglie. La donna è stata condannata a pagare una multa di 9.900 franchi (poco meno di 8.500 euro), sospesa a condizione di ulteriori reati nei prossimi due anni, e una multa di 4.300 franchi (circa 3.900 euro) di spese: secondo il pubblico ministero si è intenzionalmente e ripetutamente intrufolata nell'account del marito scaricando tra l'altro materiale che non era suo (tutto sequestrato). In appello, la difesa ha chiesto l'assoluzione della donna sostenendo che l'imputata non poteva essere considerata una hacker visto che era entrata digitando la password.

Il fatto è che la donna, prima di agire, aveva controllato se fosse o meno un reato leggere le email, cosa che, secondo l'accusa, dimostrava la sua consapevolezza della potenziale illegalità delle sue azioni. La Corte ha confermato così la condanna sostenendo che la lettura di dati protetti da password senza il permesso del titolare dell'account è illegale ai sensi dell'articolo 145 del Codice penale svizzero che prevede una multa oppure il carcere (fino a a tre anni). Ciò nonostante, la sanzione è stata ridotta significativamente a 1.500 franchi (poco meno di 1.300 euro) perché la donna aveva semplicemente "sfruttato la negligenza del marito" per ottenere l'accesso alle informazioni.

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