Donald Trump non legge quasi mai i rapporti dell'intelligence. Il presidente vuole essere aggiornato a voce, magari con l'ausilio di foto e video. E' il quadro che il Washington Post delinea dopo un anno abbondante di presidenza. La lettura dei corposi dossier noti come PDB, riferisce una fonte, non è mai stato il "metodo di apprendimento" preferito da The Donald.
Sempre più spesso, quindi, il presidente è stato informato con briefing orali in cui le informazioni classificate sono state sintetizzate e riassunte. Per garantire comunque un aggiornamento completo, nei limiti del possibile, all'esposizione orale vengono abbinati video e foto.
Ufficialmente, l'amministrazione fa sapere che Trump riceve informazioni complete -'full briefings'- e fa notare che, in passato, i presidenti hanno utilizzato metodi e soluzioni differenti. La documentazione sottoposta al presidente, tradizionalmente ricca e voluminosa, contiene -secondo gli esperti- elementi che consentono al lettore di costruire un fondamentale background.
Nell'amministrazione Trump, i rapporti vengono consegnati ad una serie di figure chiave, compresi il consigliere H.R. McMaster, il segretario alla Difesa Jim Mattis e il segretario di Stato Rex Tillerson.
Come è stato evidenziato in passato da Leon Panetta, ex direttore della Cia ed ex segretario alla Difesa, i briefing orali potrebbero portare il presidente a non cogliere dettagli importanti: "Qualcosa va perduto. Se, per qualche ragione, il suo istinto relativo ad un'azione non è sostenuto dall'intelligence perché lui non si è preso il tempo necessario per leggere il rapporto, aumentano i rischi che commetta un errore. Può avere le persone più brillanti intorno a sè: alla fine, però, sarà lui a decidere".